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Il Sole 24 Ore

Vecchioni (Confagri): riforme vere per far competere le aziende. «Basta con le sanatorie per i vigneti abusivi» ... Le crepe affiorate all'inizio dello scorso anno e soprattutto nel 2003, per fortuna non si sono trasformate in voragine. L'export del vino made in Italy ha ripreso a marciare a pieni giri (+ 7,2% nel primo trimestre) e il bicchiere torna a essere mezzo pieno. Ma non il clima di fiducia è tornata anche la voglia di approfondire l'analisi di quelle difficoltà, correggere la rotta e avviare un progetto di rilancio di più ampio respiro. Per gettare queste basi, la Confagricoltura ha organizzato ieri a Grosseto una giornata di studio.

Nelle intenzioni del presidente, Federico Vecchioni, volevano essere dei veri e propri Stati generali; qualche defezione forse ne ha ridotto la rappresentatività, non certo l'importanza delle indicazioni emerse.

«È proprio nei momenti positivi - spiega Vecchioni - che vanno gettate le basi del rilancio e realizzate le riforme in grado di rafforzare la competitività delle imprese. In futuro, pregio e tipicità potrebbero non bastare più per vincere la sfida sui mercati mondiali». E il primo negoziato all'orizzonte è sulla riforma delle regole europee.

«La Commissione Ue affronterà nel 2006 la riforma e i principali nodi riguarderanno innanzitutto il potenziale produttivo. In quest'ottica, Confagricoltura ribadisce il proprio fermo no a ogni ipotesi di condono gratuito dei vigneti abusivi, che penalizzerebbe chi invece i diritti li ha comprati sul mercato. Siamo anche contrari - aggiunge Vecchioni - ad ogni ipotesi di deregulation selvaggia. Per questo, anche ai nuovi Paesi membri va esteso il divieto di nuovi impianti. Eliminare in un sol colpo ogni regola potrebbe avere gravi ripercussioni sugli equilibri del settore».

Nella nuova Ocm, bisognerà invece travasare quanto di buono è stato fatto con le regole attuali. «Molto importanti - sottolinea il presidente di Confagricoltura - si sono rivelati gli incentivi alla ristrutturazione e riconversione dei vigneti che hanno consentito di rinnovare migliaia di ettari, soprattutto al Sud. Una misura che va rilanciata promuovendo con maggiore forza la riconversione verso le produzioni di qualità. La recente richiesta di distillazione dimostra che in Italia ci sono ancora rilevanti fette della produzione che non hanno mercato».

Molto resta da fare anche in Italia. A partire dalla riforma della legge sulle Doc. Una riforma strategica e che, nonostante il lungo dibattito, ancora non ha visto la luce. «Restiamo fiduciosi - dice Vecchioni - perché la legislatura ha ancora un numero di giorni sufficiente per vararla. È indispensabile dare ai vini Doc e Docg un sistema di regole snello.

Finora è prevalsa l'idea che il legame fra vino e territorio d'origine potesse essere assicurato solo dalla legge, finendo così per costruire un sistema di etichettatura indecifrabile per il consumatore. E che il mercato ci chiede ora di modificare » .
Va rivista anche la bozza di riforma riguardo al capitolo dei controlli. «Occorre arrivare rapidamente - aggiunge Vecchioni - a un bilancio del sistema delle verifiche affidate ai Consorzi di tutela anche nei confronti dei non associati, finora sperimentali. Un sistema valido, ma che non sempre ha funzionato al meglio».
La necessità di rivedere la proposta di riforma è stata ieri sottolineata anche dal presidente della Cia, Giuseppe Politi. « Una proposta - dice - che non risponde, se non in maniera molto marginale, alle aspettative dei produttori».

«Abbiamo promosso una riflessione su semplificazione e rilancio della competitività delle imprese - ha concluso il presidente di Confagricoltura - perché siamo convinti che si tratti di esigenze condivise e sulle quali si può costruire l'unità di vedute necessaria per affrontare le sfide future».

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