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Il Sole 24 Ore

Spumanti - Più Asti sui mercati stranieri. Dopo il via libera del Cipe il piano di settore è pronto a partire. Progetto triennale da 40 milioni di euro Nel 2005 l'export è cresciuto del 5% ... Comincia a coagulare il piano triennale di rilancio dell'Asti spumante: ha appena incassato il via libera del Cipe che per la prima volta ha inserito il settore agroalimentare nel "contratto di programma". Il piano attende la relativa delibera, dopo di che per il progetto che ha una dotazione di 40 milioni di euro potrà decollare con iniziative circoscritte al mercato italiano e ad altri quattro Paesi: Germania, Gran Bretagna, Usa e Russia.

Oltre tutto il Cipe ha reso noto quale sarà l'entità di spesa in quota al ministero delle Attività produttive: 16 milioni di euro, di cui 12 in conto capitale (a fondo perduto) e 4 a tasso agevolato, per cui la differenza di 24 milioni verrà suddivisa in uguale misura tra le parti agricola e industriale. Rispondendo così a una precisa disposizione stabilita dai regolamenti comunitari.

Il rilancio dell'Asti spumante messo a punto dall'ufficio milanese di McKinsey arriva in un momento in cui dall'estero giungono notizie confortanti sui flussi di consegna, dopo che negli ultimi due anni le cose non sono andate per il meglio. È un fatto che a soffrire di più fosse proprio il maggiore Paese di destinazione, vale a dire la Germania che da sola consuma da 25 a 30 milioni di bottiglie, superando la stessa domanda nazionale (17 milioni).

Secondo quanto riferisce il direttore del Consorzio, Ezio Pelissetti, i preconsuntivi 2005 che affluiscono dall'estero lasciano intravedere incrementi nelle consegne complessive del 5% su base annua, con la Germania che migliorerebbe del 6-7 per cento. Con punte notevoli in Russia (+50% a 3,5 milioni di bottiglie), Australia (+15% a 4,5 milioni), Giappone (+20% a 3 milioni), mentre gli Usa mantengono un ritmo di crescita stabile del 3% a 17 milioni di bottiglie). In realtà a crescere sono un po' tutti i vini spumanti made in Italy, con la Franciacorta che per la prima volta - lo riferisce il presidente del consorzio Ezio Maiolini - ha superato i 6 milioni di bottiglie prodotte. E buone notizie giungono anche dall'area del Prosecco ormai stabilmente attestata intorno a 35 milioni di pezzi, di cui una quindicina destinata all'esportazione.

A distinguersi in quest'area sono soprattutto i marchi più noti, a cominciare da Bisol che lo scorso anno ha messo a segno un exploit negli Stati Uniti (+20%). Ottime le performance delle due maggiori imprese dell'area, vale a dire Carpenè Malvolti che vanta la maggiore diffusione sul mercato interno, mentre il gruppo La Gioiosa e Villa Sandi consolida la leadership all'esportazione con il 60% del fatturato totale cresciuto del 12% a 42 milioni di euro.

Per il vino italiano il 2006 si apre con una nota innovativa orientata ai mercati esteri, alla scoperta di nuove aree di esportazione. Questo è il messaggio che arriva dalla prima edizione itinerante del Vinitaly-India inaugurata questa settimana a Bombay e New Delhi dal vice ministro alle Attività produttive Adolfo Urso. Una iniziativa, quella di VeronaFiere che, secondo il presidente di Federvini Pietro Mastroberardino, rientra nell'ambito di una saggia politica di promozione del vino alla ricerca di nuovi mercati di sbocco.

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