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Il Sole 24 Ore

La Cantina Masi sceglie la strada del private equity ... Il re dell'Amarone apre le porte alla finanza e scalda i muscoli per crescere ulteriormente sui mercati internazionali. Ovvero Sandro Boscaini, patron del gruppo vinicolo Masi di Sant'Ambrogio di Valpolicella, sceglie la strada del private equity per riordinare l'assetto societario, dopo che un suo fratello e tre cugini avevano espresso il desiderio di monetizzare le loro partecipazioni in azienda. Dove peraltro non avevano mai avuto voce in capitolo, se non per essere titolari di quote ereditate.

In tutto si tratta di un pacchetto pari al 28,5% del capitale, che da ieri è stato rilevato dalla Sgr Alcedo di Treviso, già del gruppo bancario Imi-San Paolo e recentemente passata sotto il controllo dei finanzieri Giovanni Gaio e Maurizio Masetti, che per l'occasione si sono avvalsi del supporto di Palladio Banca e Veneto Banca.

Nessuna indiscrezione è trapelata sul valore del l'operazione, anche se qualche riferimento si può ricavare dal fatto che l'Agricola Masi (10,5 milioni di bottiglie per 45 milioni di euro di cui il 90% al l'esportazione) è un'azienda storica assai nota in Italia e nel mondo e, grazie alla qualità dei suoi vini, gode di un'immagine e un prestigio davvero molto alti. Motivo per cui di recente un rapporto "riservato" di un istituto specializzato nella monitorizzazione di aziende e marchi d'impresa aveva assegnato a Masi un valore di circa 70 milioni di euro. Su questa base è quindi presumibile che l'operazione si sia chiusa su valori oscillanti tra 15 e 20 milioni di euro.

Ma indipendentemente dalla riorganizzazione societaria in sè, l'operazione si inquadra in un disegno che lo stesso presidente Boscaini definisce «prospettico e proiettato verso nuovi traguardi di sviluppo» da conseguire tanto a livello nazionale quanto sui mercati esteri. Non a caso Boscaini aggiunge che con l'ingresso di Alcedo «puntiamo a rafforzare la posizione finanziaria e la struttura manageriale dell'azienda», condividendo con il nuovo socio «un percorso di crescita che prevede acquisizioni e joint venture con altri qualificati opeatori del settore».

Il presidente del gruppo Masi non lo dice, ma pare di capire che non sarà necessario attendere molto per arrivare alla firma di un accordo con un partner commerciale di calibro internazionale con il quale impostare strategie per crescere ulteriormente sui mercati esteri. Dove appunto Masi già esporta il 90% della propria produzione e dove (Argentina) il gruppo possiede anche una proprietà di 170 ettari vitati. Che ovviamente affiancano i 400 ettari che costituiscono il patrimonio viticolo dell'azienda tra Veneto, Friuli e Toscana e che hanno come fiore all'occhiello i Possedimenti Alighieri presieduti da Serego Alighieri, discendente diretto del Sommo Poeta. (arretrato de Il Sole 24 ore del 17 marzo 2006)

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