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Il Sole 24 Ore

Tendenze - Arriva il Bancomat per un sorso veloce ... L’unica differenza è che non serve il codice. Per il resto sembra proprio di fare un bancomat, solo che alla fine non si ritirano banconote ma un buon bicchiere di vino. Cin cin. E la tessera torna in tasca per il prossimo brindisi.

Stigmatizzato dai puristi come un pericoloso esempio di “fast beverage”, il bancomat del vino va alla grande. Frutto di un’idea geniale venuta sei anni fa a due toscani di Greve in Chianti, ora spopola nelle enoteche americane e giapponesi. Si chiama Enomatic ed è un sistema di degustazione automatica, brevettato in tutti i Paesi europei e sui principali mercati internazionali: sono moduli da 4 e 8 bottiglie, replicabili fino a poter offrire più di cento vini in contemporanea. Il cliente-degustatore acquista una wine card e la inserisce nella macchina erogatrice: il software regola la mescita (di solito 30 grammi) e scala dalla carta il costo del bicchiere. Ovviamente non esiste un listino prezzi ufficiale, e anzi i costi variano sensibilmente. Si va da 80 centesimi ai 50 dollari pagati in un wine bar del Texas per gustare un Chateau Margaux d’annata. Un buon amarone o un brunello si possono avere per 6-8 euro, un barolo esclusivo arriva a costarne quindici. Le carte, ricaricabili, sono in media da 10-20 euro, con la solita eccezione americana, dove non è difficile vendere wine card addirittura da 999 dollari, il tetto per ora imposto dalla società italiana. “A dir la verità non pensavamo di riuscire a venderne nemmeno una a questi prezzi - ammette Riccardo Gosi, uno dei due ideatori di Enomatic - ma ci siamo dovuti ricredere. Negli Stati Uniti stiamo lavorando molto bene, soprattutto in Florida e California, e non solo nei wine bar. In Oregon, ad esempio, la nostra macchina funziona all’interno di una sala cinematografica, che ha deciso di introdurre wine tasting tra una proiezione e l’altra”. Dal 2001 ad oggi sono state vendute circa 150mila wine card e oltre 1.500 macchine. Il portafoglio ordini è gonfio e il fatturato quest’anno raddoppierà i due milioni e mezzo del 2005.

L’idea di una macchina per degustazione è nata tra le pareti della rinomata macelleria Falorni, tra una salsiccia e una fiorentina. Il proprietario, Lorenzo Bencistà, è un amico di Gosi, specializzato nella produzione di impianti di sicurezza, ma già da tempo contagiato dalla passione per il vino e piccolo produttore di Chianti classico. Oggi i bancomat del vino sono al Vinitaly, dopo una prima uscita lo scorso anno a “Italia in tavola” di Brescia, e offrono 54mila degustazioni gratuite.

Il futuro di Enomatic non sarà solo nelle enoteche. Una società americana vuole portare le macchine da vino nei principali aeroporti internazionali e in Italia è stato fatto un esperimento, per la verità non troppo entusiasmante, alla stazione Termini di Roma. La postazione dell’impianto, di fronte al binario 26, non deve avere aiutato.

Ma sono sempre di più anche i grandi marchi del vino che si avvicinano a questo nuovo concetto della degustazione. Tra i clienti di Enomatic figurano Frescobaldi, Zonin e Mazzei. Anche perché, come dice Lodovico Antinori - l’inventore di vini di culto del calibro di Ornellaia e Masseto tornato a un ruolo diretto nella produzione con la tenuta Campo di Sasso - servire i vini al bicchiere è un modo intelligente per “sdoganare” le grandi bottiglie”.

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