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Il Sole 24 Ore

Vinitaly - Le fiere lanciano il “made in Italy”. Ottimismo tra gli imprenditori. In cinque rassegne. Mercati “forti” Usa e Russia … Non è più tempo di musi lunghi tra gli stand del Vinitaly. Non lo è per gli espositori, che quest’anno hanno superato quota 4.200 (di cui 400 provenienti da 27 Paesi esteri), a conferma di una maggiore attesa nella ripresa: e non lo è per i visitatori che a frotte sono tornati ad affollare i salone di VeronaFiere. Il risultato è che al terzo giorno di questo 40° Salone internazionale del vino (chiude domani), i botteghini dell’ente hanno dovuto staccare più di 80mila tagliandi d’ingresso. “L’aumento è del 6% sul 2005, con il 30% di arrivi stranieri che certamente infondono ottimismo”, sottolinea il direttore generale di VeronaFiere, Giovanni Mantovani.

Soddisfatto Michele Bernetti della Umani Ronchi, che parla di “una fiera che ha fatto un salto di qualità che va incontro alle necessità delle imprese con servizi migliori e che, di conseguenza, favorisce gli arrivi degli operatori: noi abbiamo avuto almeno il 15% in più di contatti”. Fiducioso Innocenzo Chieffo del Centro CdC dell’Abruzzo che parla di “trattative” in fase di netta ripresa tra i produttori abruzzesi e distributori molto interessati al Montepulciano”. Sulla stessa lunghezza d’onda Franco Giacosa del gruppo Zonin: “Sono venuti a trovarci i buyer di tutta Europa e abbiamo registrato con interesse sia la crescente attenzione dei russo verso i vini made in Italy, sia la costante apertura dei mercati del Nord America”.

Quel che traspare dagli operatori presenti a questo 40° Vinitaly è dunque un sentimento di “attento ottimismo”, come lo definisce Andrea Sartori dell’omonima azienda veronese nonché presidente dell’Unione italiana Vini. E ottimista è Gianluca Bisol amministratore delegato della Bisol di Valdobbiadene, secondo il quale il vino Prosecco in questi anni non ha accusato i gravi problemi che invece hanno avuto altri tipi di vini: “Motivo per cui - dice - la situazione di miglioramento atteso dall’economia non può che dare ulteriore spianta alla crescita del Prosecco che dopo i mercati europei sta andando molto bene in Usa e Russia”. E tuttavia sono proprio gli operatori a riconoscere che, se si escludono delle eccezioni, la strada da fare è ancora in salita.

“La mia sensazione - spiega il presidente di Federvini, Piero Mastroberardino - è che le cose sia pure lentamente si stiano indirizzando verso il meglio. I buyer hanno mostrato interesse, e questo lascia ben sperare per il prossimo futuro. Tuttavia non credo si possa dire oggi che i problemi siano alle nostre spalle. Tutt’altro”. La prudenza di Mastroberardino non è isolata e trova conferma nelle parole del presidenta del gruppo La Gioiosa-Villa Sandi, Giancarlo Polegato, secondo il quale “la stagione per il settore sta andando verso il bello, ma auspicherei più riflessione sul punto debole del settore. Che è e resta la frammentazione dell’offerta che ci rende meno competitivi sui mercati internazionali”.

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