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Il Sole 24 Ore

Vinitaly - Bibi, il vignaiolo "testamatta". Le bottiglie di Graetz trionfano negli Stati Uniti e in Francia ... Il vero nome è Dan Erland. Ma per tutti è Bibi. Anzi, "Bibi belle pensate", come lo chiamano da quando era piccolo. Trentotto anni, estroverso e irrequieto, Bibi Graetz è un astro nascente dell'enologia nazionale. Il suo Testamatta - Sangiovese, Canaiolo e Colorino delle colline fiesolane - due anni fa è stato il primo vino italiano ad agguantare il titolo di miglior rosso del mondo all'esigente VinExpo di Bordeaux.

Antesignano del recupero dei vitigni autoctoni, Bibi è un vignaiolo per caso, approdato al mondo del vino dopo mille esperienze disparate. A 18 anni studia arte all'Accademia fiorentina e progetta di aprire uno studio per la realizzazione di vetri piombati. A 25 decide di valorizzare il castello di famiglia a Vincigliata, 3mila metri quadri di torrette e saloni medievali distesi sopra Fiesole, organizzando ricevimenti, mostre e concerti. Qui avviene uno degli incontri fondamentali per la futura carriera enologica. La magione viene scelta dalla proprietaria della Warner Bros come cornice del secondo matrimonio e sull'aereo privato da New York, insieme alla torta nuziale, arriva a Vincigliata Judy Beardsall, consulente personale della sposa per la gestione dell'imponente collezione di vini pregiati.

Sarà prodiga di consigli quando Graetz deciderà di mettere a frutto i due ettari di vigneti della famiglia. Passano pochi mesi, Bibi cambia di nuovo progetti e crea Crazy Flowers, una società di coreografie floreali che avrà il massimo momento di gloria al matrimonio più griffato di Firenze, l'uomo immagine di Armani che impalma la modella preferita di Donna Karan in un tripudio di rose (se ne conteranno più di diecimila).

Dopo questo exploit è difficile tornare ai bouquet centrotavola ed è quindi tempo per un'altra avventura. Questa volta arriva il vino. La famiglia decide di fare sul serio. Abbandona l'enologo amico che nel tempo perso fa il dj e si affida ad Alberto Antonini. Nel 2000 nasce Testamatta (indovinate chi ha scelto il nome) ed è subito un successo. Giorgio Pinchiorri lo mette in lista all'Enoteca e il guru americano Robert Parker assegna 94 centesimi nella classifica-bibbia delle bottiglie d'autore. Vengono acquistati altri due ettari di vigneti e se ne affittano quindici, tre dei quali all'isola del Giglio. «Convincere i proprietari è stato un'impresa - confida Graetz - nell'isola ci sono quindici ettari di vigne e 44 produttori.» Oggi si producono circa 15mila bottiglie di Testamatta e 900 di Colore, un Colorino in purezza in carta da Pinchiorri a 360 euro. Ma il fatturato di un milione e mezzo di euro, destinato a raddoppiare quest'anno, viene anche da Grilli, Casamatta e Soffocone, marchio preso a prestito dal vernacolo livornese che ha messo nei guai Graetz con la Food and Drug Administration. «Volevano bloccare le importazioni per ragioni etiche - racconta -ma li abbiamo convinti che non c'è malafede, solo un richiamo al senso di soffocamento che prende chi fa jogging intorno a Vincigliata». Così è passata anche l'etichetta, un disegno di Bibi che raffigura una donna senza veli.

Il senso dell'umorismo è una nota costante in famiglia, insieme alla passione per l'arte. Il padre di Graetz è un famoso scultore e una delle sue opere è esposta alla Potsdammer Platz di Berlino. Scultori anche due zii norvegesi e pittrici le due sorelle.

Dal nonno, emigrato tedesco nell'Israele degli anni Venti e grande amico di Ben Gurion, ha ereditato il pallino degli affari. Prima della nazionalizzazione nonno Graetz era un importante armatore e possedeva una delle tre maggiori compagnie marittime del Paese.

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