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Il Sole 24 Ore

Il Caso - “Così ho fatto passare il Togo all’Astoria”. “Se ci metti che “togo” in trevigiano vuol dire “tifo giusto”, che c’è una famosa marca di biscotti che porta proprio quel nome, che il fatto di per sé suscita quantomeno incredulità, sai quanto tempo ci impiego a spiegare alla gente che stiamo sponsorizzando la squadra di calcio di un Paese africano?”.

Mica facile per Paolo Polegato, 47 anni, titolare assieme al fratello minore Giorgio dell’azienda vinicola “Astoria”, raccontare perché dalle dolci colline dietro Conegliano, patria del Prosecco di Valdobbiadene Doc, si sia spinto fino a Lomè per concludere un accordo di patrocinio per i prossimi Mondiali di calcio tedeschi.

“Tra gioia e incredulità. Sguardi interlocutori, facce incredule, sorriseti di circostanza, queste le reazioni più ricorrenti dei conterranei. “Ma c’è anche qualcuno che sorride di contentezza” puntualizza Polegato con bonomia, mentre gli occhi inquieti si spostano dietro gli occhiali eccentrici e le dita giocherellano con il braccialetto su cui sono incise le parole “Allez Togo!”.

C’è da dire che l’azienda veneta non è nuova a progetti legati al mondo del pallone. “Astoria” ha già realizzato linee di prodotti personalizzati in collaborazione con una decina di squadre dei campionati italiani di serie A, B, C/! e C/2, E nel dicembre scorso l’azienda vinicola aveva accolto a Treviso un giocatore del Messina, l’ivoriano Zoro, vittima di episodi di razzismo, con una campagna per promuovere la tolleranza negli stadi, accompagnata da una produzione di bottiglie speciali.

Sull’etichetta di questi esemplari c’era la scritta “I have a Dream”, famoso incipit del discorso di Martin Luther King, con l’immagine della stretta di mano fra un uomo bianco e uno di colore. Mani familiari, perché una apparteneva a Paolo, l’altra a Filippo, il minore della tribù dei Polegato. Polo ha tre figli: una naturale, Carlotta, 20 anni, e due adottivi, William di 17 e Filippo di 15.

E oggi si aggiunge questa nuova avventura. Che non è stata per nulla facile. Sarà che gli sembrava troppo bello per essere vero o che la puntualità africana non spacca proprio il capello, fatto sta che, se non fosse stato per la tenacia di Polegato e la capacità di passare sopra a tutti gli appuntamenti mancati, l’accordo rischiava di saltare.

“Sono andato a Lomè alla fine di novembre e grazie all’aiuto del console italiano in Togo, Marziano Bianchi, ho conosciuto il presidente della Federation Togolaise de Football, Rock Gnassinghe - racconta Polegato -. Dopo qualche modifica nella stesura del contratto, l’accordo sembrava cosa fatta. E anche se non ero riuscito a siglarlo in quei giorni, sono tornato a casa con l’animo leggero, convinto che la copia firmata sarebbe stata spedita in Italia entro pochi giorni”.

I contrattempi. E qui comincia l’odissea di telefonate, chiamate a vuoto, cellulari staccati e promesse mancate. Polegato due mesi dopo tenta l’ultima carta. La Coppa d’Africa a Il Cairo era l’ultima chance per concludere l’accordo. Anche qui si ripete lo stesso balletto: rassicurazioni sul buon esito dell’accordo, ma nessun appuntamento rispettato. L’ultimatum con un Sms poco prima di prendere l’aereo e per magia il contratto è firmato. “Non ci credevo più” sorride Polegato.

L’operazione, del valore di 150mila euro, prevede la realizzazione di oltre 100mila bottiglie personalizzate del tipo “Astoria Lunge”, una cuvèe a base di prosecco, con il logo della Nazionale togolese fino a dicembre 2006. Cinquantamila esemplari sono già stati venduti (l’azienda ogni anno produce 7 milioni di bottiglie e l’anno scorso ha fatturato 25 milioni di euro). “Astoria Lunge” sarà il vino dei brindisi ufficiali e verrà consegnato alle squadre avversarie negli incontri amichevoli e di campionato, oltre a essere distribuita nella rete commerciale Astoria.

Brindisi Mundial. Dopo tanta fatica, a meno di due mesi dall’evento, tutto è pronto. Nella tenuta dell’azienda vinicola (40 ettari di terreno di cui 32 a vigna, 40 dipendenti in tutto) sventolano le bandiere del Togo. Nei magazzini sono pronte da distribuire centinaia di magliette e felpe con la scritta “Astoria” con il vessillo del Togo. Degli stessi colori assieme alle immancabili bottiglie è rivestita anche la città tedesca di Wangen, dove risiederà la squadra africana.

Ora manca soltanto che gli “sparvieri” (questo il logo della Nazionale del Togo), che per la prima volta si esibiranno ai Mondiali di calcio, giochino all’altezza del loro soprannome.

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