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Il Sole 24 Ore

La location costa 150mila euro … In Italia ci sono circa 500 enoteche-bottiglierie, 90 enoiteche e 800 wine bar, ma a questi vanno aggiunti 2mila locali che si avvicinano a questa tipologia. Negli ultimi anni è aumentata l’attenzione al prezzo, il principale concorrente del vino è l’acqua minerale che nel 2004 ha rappresentato il 51,2% del consumo pro-capite di bevande.
Aprire un’enoteca. La prima mossa per avviare l’attività è l’apertura della partita Iva e del conto fiscale. Bisogna poi iscriversi al Rec (registro esercizi commerciali). Una volta adempiute queste formalità è necessario fare le dovute comunicazioni a Inps e Inail e poi ottenere l’agibilità dei locali.
Wine bar. Il wine bar è spesso il prolungamento di un’enoteca. Nel caso di degustazione di prodotti enogastronomici è necessaria l’iscrizione al Rec e ottenere l’autorizzazione sanitaria. Un wine bar che funziona dispone di almeno un centinaio di etichette e una serie di macchine per conservare il vino aperto.
Enoiteca. Il termine “enoiteca” nasce dalla cultura del bere bene: si ispira anche alla lingua greca per indicare locali che offrono un’atmosfera conviviale e presentano delle peculiarità. Ne citiamo alcune: almeno cento vini prodotti da vitigni a vocazione diversa con una rappresentanza di almeno dieci regioni italiane, il 70% dei vini è di produttori diretti, almeno cinque vini di provenienza francese e la mescita periodica ha una rotazione quindicinale di 24 tipi di vino.
Investimento. Chi vuole intraprendere una di queste attività deve calcolare un esborso iniziale di 150mila euro per la location. A questa cifra bisogna aggiungere il valore della cantina: dai 15mila circa per un wine bar a un minimo di 50mila per un’enoiteca. Le enoteche hanno un valore intermedio, che però varia a seconda delle etichette.
Carriera da sommelier. L’Ais (Associazione Italiana Sommelier) è presente nel territorio e organizza i corsi di qualificazione professionale. Sono previsti tre livelli: dalla degustazione all’organizzazione di una cantina, si passa nel secondo livello alla geografia del vino e all’analisi sensoriale per arrivare al terzo livello con l’abbinamento cibo e vino.
Investimento da 50 milioni. Tre importanti consorzi, quello dei vini veneti, Chianti Classico e Asti uniti per un unico progetto di filiera. Saranno investiti 50 milioni di euro nel piano pluriennale approvato dalla Commissione ministeriale per lo sviluppo e la valorizzazione dei settore vitivinicolo: i fondi andranno a vantaggio della ricerca, sperimentazione, investimenti e sviluppo del settore vitivinicolo. Sono 118 le aziende che già hanno visto approvati i propri investimenti immobiliari. Il progetto prevede azioni indirizzate allo sviluppo e alla modernizzazione dell’intera filiera, con l’obiettivo di rendere innovativo tutto il sistema produttivo del settore.

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