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Il Sole 24 Ore

A me mi piace - Un vino, un territorio, un uomo. Il trebbiano d’Abruzzo, il Montepulciano d’ Abruzzo, Edoardo Valentini, avvocato, da Loreto Aprutino.

Oggi non è difficile raccontare i vini d’ Abruzzo, la loro crescita, il loro successo; pochi anni fa sarebbe stato impossibile perché quei vitigni erano ignorati e i loro protagonisti, pur già validi, sconosciuti fuori del loro territorio.
Più volte ho scritto, facendo riferimento a ricerche sul campo, che un vino o un giacimento gastronomico per “decollare“ hanno l’assoluta necessità di essere raccontati, ma soprattutto del supporto di un leader, consapevole o in consapevole di esserlo.

Senza questa figura, come molti altri “case history“ del vino insegnano, il territorio non decolla seppure in presenza di produzioni eccellenti. Edoardo Valentini, produttore di Loreto Aprutino, è un esempio tipico di leader. I suoi vini, oltre il trebbiano e il Montepulciano possiamo aggiungere anche il cerasuolo, sono diventati dei rossi o dei bianchi cult in ogni parte del mondo, dove c’è competenza vinicola, nonostante Valentini non abbia mai ceduto alle mode.

Le sue produzioni hanno mantenuto uno stile, fatto assai raro nel panorama vinicolo made in Italy, così come Giovanni Conterno (Monfortino, Barolo), Gianfranco Soldera ( Brunello di Montalcino, Case Basse).

Non ha concesso nulla di fronte al dirompente successo del “ gusto internazionale“, una sirena questa assai allettante in grado di determinare tanti successi commerciali.

Certo lo stile Valentini è amato da molti, criticato da altri, ma quando si ha la fortuna di assaggiare un suo trebbiano o un suo Montepulciano si riconosce un modo inconfondibile di produrre vino. Un plus detenuto da pochi in un’epoca dove “il terroir” è sempre un’araba fenice, mentre rotondo e vellutato sono gli aggettivi più ricorrenti. Devo riconoscere di non essere vini facili, di pronta beva, sono burberi, scontrosi, selvaggi: bisogna amarli. In un certo senso rispecchiano molto la personalità di questo avvocato, che ha lasciato, a suo tempo, la toga per la cantina.

E forse, nonostante la tentazione, i suoi gioielli non bisogna tenerli troppi anni (o decenni) in cantina. Così ad una mia domanda su un Montepulciano 1990 tenuto gelosamente da parte, Valentini, mesi fa, mi ha risposto: “lo beva subito, il vino non aspetta, magari poi troverà un’altra bottiglia“. Non è salito sul carro dell’omologazione, rimanendo fedele al territorio e ai vitigni autoctoni così come non ha voluto approfittare dell’onda attuale di successo dei vini naturali o biodinamici, magari facendosi paladino di un’evidente sua coerenza. E’ sempre rimasto in disparte dai grandi summit o dalle grandi celebrazioni nonostante in molti, in tanti volessero i suoi vini, ma non era disposto a “vendere“ le sue bottiglie a tutti, pronto anche a tagliare un ordine importante quando qualche dettaglio non lo convinceva. Il suo lungo successo internazionale ha trainato il fecondo territorio d’Abruzzo dove nel tempo si sono affermati tanti altri eccellenti produttori (Gianni Masciarelli in primis, quindi Castaldi Madonna, Illuminati, Montori, Nicodemi anzi ogni anno si assiste a new entry davvero interessanti: Villa Reale, La Valentina, Marramero, Santoleri, Pepe, il Feuduccio) con stili molto diversi da Edoardo Valentini.

Anche questo è un segnale significativo di un marchio inimitabile soprattutto perché il suo modo di fare vino non è stato per anni sulla cresta dell’onda. Il vino però , come teorizzava G.Vico per la storia, ha i suoi corsi , ma soprattutto riconosce la coerenza e l’eccellenza.

Chi avrebbe potuto credere ad un futuro senza barrique o con lunghi invecchiamenti in botti?. Lui ci ha sempre creduto, come suo figlio Francesco, nuova guida dell’azienda.

La cantina Valentini, pur sempre a grandi livelli, ha avuto annate strepitose, in particolare voglio ricordare le ultime di Montepulciano 1999, 2000, 2001 il Trebbiano 2001, 2002 , ma non posso dimenticare un’annata, il 1988 Montepulciano , di cui ho memorizzato nel tempo profumi e sapori, assaggiando via, via diverse bottiglie. Sine qua non.

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