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Il Sole 24 Ore

Gli industriali francesi e la sfida delle bottiglie … Nonostante i Bordeaux siano in crisi e cerchino di contrastare la concorrenza dei vini del nuovo mondo, i grandi “cru classè” continuano a vendersi a prezzi da capogiro. Per questo i più importanti capitani d’industria francesi (da Bernard Arnault a Francois Pinault, da Serge Dassault a Albert Frere) fiutato l’affare, hanno comperato degli ottimi chateaux nel passato e continuano ad acquistarne anche attualmente. Evidentemente perché è come avere una cambiale in bianco. Prova ne sia che i due fratelli Bouygues, Martin e Clivie, si sono aggiudicati qualche settimana fa per 140 milioni di euro i 95 ettari di vitigni (second cru) di Chateau Montrose situato a Saint-Estèphe. Nei giorni scorsi, è stata invece la famiglia Peugeot ada acquisire, per 15-20 milioni di euro, il Chateau Giraud, primo cru classè di Sauternes. Da parte loro Bernard Arnault e Albert Frere (già insieme a Cheval Blanc) hanno acquisito per 6 milioni di euro il gioiello di 9 ettari “premier grand cru classè”, La Tour du Pin Figeac a Saint Emilion. Il tutto mentre si mormora che anche la famiglia Hermes stia per mettere le mani su Pichon Longueville Comtesse de Lalandre, nel Puillac. Si tratti di vini raffinati, di grande prestigio, i migliori del mondo, che lo scorso anno hanno festeggiato i 200 anni del loro classement, riservati ad appassionati facoltosi. Non a caso anche gli Agnelli, qualche anno fa, erano proprietari di un grand cru classè come Chateau Margaux.

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