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Il Sole 24 Ore

La campagna d’Italia degli imprenditori russi. Puntano ai brand, non badano a spese … Quell’amore per il Brunello. Il made in Italy? Per i russi è principalmente moda, abbigliamento e design. Non è un caso che i capitali provenienti da Mosca si siano recentemente distribuiti proprio verso queste aree. Shodniamebel, il quinto gruppo russo di mobili e design (680 milioni di rubli di ricavi) ha da poco acquistato alcune fabbriche nel mantovano di compensato. L’obiettivo? Poter vantare con la propria clientela che la fabbricazione avviene in Italia. Quindi garanzia di stile e qualità. Niente però compete con il cibo italiano, soprattutto il vino, vera passione degli imprenditori russi.
Qualche anno fa Roman Abramovich, il pluri-milionario petroliere proprietario della squadra di calcio inglese del Chelsea, che in questa stagione è riuscita a vincere la Premier league inglese, avrebbe provato senza successo a far parlare cirillico il Brunello di Montalcino di proprietà della famiglia Mariani a Castello Banfi. Qualche tempo dopo, altri connazionali di Abramovich hanno riprovato a diventare soci del vino italiano.
E nell’impresa è riuscita Spi Group, società con sede a Ginevra ma controllata dal leader russo della vodka Yuri Shefler. Spi Group è entrata con il 27% nel capitale di Tenute Toscane della famiglia Frescobaldi. Una holding che controlla le tenute dell’Ornellaia, Luce della Vite e Castelgiocondo, pari a un controvalore di circa 300 milioni di euro. Spi Group è uno dei maggiori esportatori di liquori russi, in particolare della celebre vodka Stolichnaya. (arretrato dell’11 giugno 2006)
Autore: Carlo Festa

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