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Il Sole 24 Ore

Le contraddizioni del commissario Boel … Sul tavolo c’è l’opportunità, dopo anni, di metter mano alla riforma del mercato del vino, e in Italia c’è gente che anche in buona fede si sbraccia per far la guerra ai trucioli. Come se fosse il problema dei problemi. Non è così, piaccia o no. Per fortuna che qualcuno (e sono in tanti) lo ha capito e allora ha voluto sentire il polso del malato. E sì, perché il settore del vino, se non è da ricovero coatto, ha sicuramente bisogno di profonde cure.

Il piano di riforma annunciato un mese fa dal commissario all’Agricoltura Ue, Fischer Boel, per essere duro è duro, come lasciano intendere le drastiche misure strutturali tra le quali spicca l’estirpazione di 400mila ettari di vigneti. Ma non è detto che sia la medicina giusta.

Come si fa a chiedere dei sacrifici e imporre tagli all’interno, quando con l’altra mano si autorizza l’import di mosti da Paesi terzi che possono essere lavorati e venduti come vini made in Europa? Non è questione di blocchi all’import (che ci guarderemo bene dal chiedere), ma di buon senso punto. E, ancora. Se il problema sono le eccedenze perchè non eliminare subito lo zuccheraggio, obbligando (laddove necessario) l’uso di mosto concentrato? Si eliminerebbero 10 milioni di ettolitri di vino, salvando 100mila ettari di vigneto.

Il commissario Ue si preoccupa dei negoziati Wto? Bene, allora vada al tavolo delle trattative, e chieda in cambio il riconoscimento delle denominazioni d’origine. E, soprattutto, non dimentichi che un bicchiere di vino è più buono e si vende meglio se preceduto da una chiara informazione. Altro che segatura, questa è politica dello struzzo. (arretrato de Il Sole 24 Ore del 22 luglio 2006)

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