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Il Sole 24 Ore

Più ospitalità a chi ama il vino ... Sono circa 6 milioni i connazionali che nei weekend scoprono le cantine. A Italt Wine Hotel possono aderire alberghi a 3-4 stelle con una ricca enoteca ed etichette pregiate... Da qualche anno anche in Italia, il turismo del vino, sull’onda di nuovi trend (viaggi brevi e frequenti, aumento del turismo a medio raggio e intraregionale, meno viaggi organizzati e preferenza a programmi personalizzati) è destinato a intercettare sempre più importanti quote di mercato. Il vino è diventato, insieme ai prodotti tipici, lo strumento attraverso cui si esprime l’identità di un territorio e in quanto espressione della cultura di un luogo, delle sue tradizioni e dei suoi costumi contribuisce a creare quell’appeal che può rendere una località appetibile come meta turistica. Tutto questo si traduce in un mercato dove la domanda è in continua crescita. Secondo recenti indagini si stima che i “devoti” ai viaggi in onore di Bacco superino i 6 milioni, persone di età compresa tra i 26 e i 45anni, attenti lettori di guide e riviste specializzate, frequentatori abituali di enoteche e wine bar, spesso in viaggio nei weekend alla scoperta di territori ricchi d’arte, storia, ambiente, ma anche di cantine. Secondo l’ultimo rapporto annuale sul turismo del vino curato dal Censis, l’attenzione verso questo mondo avrebbe una platea ben più grande: milioni gli italiani che consumano abitualmente vino e 16 milioni quelli che hanno disponibilità a casa di uno stock di vini. Ma l’enogastronomia influenza sempre più spesso anche la scelta di destinazione di turisti provenienti da Austria, Belgio, Francia, Germania, Olanda, Regno Unito e Svizzera. E proprio per tutelare e valorizzare i prodotti genuini legati alla storia e alle tradizioni della nostra terra e di promuovere l’immagine dell’Italia all’estero 13 alberghi italiani (a tre e a quattro stelle) hanno costituito nel 2004 Italy Wine Hotels, il primo club di prodotto nazionale specializzato in soggiorni enogastronomici. Gli hotel del circuito offrono ad appassionati e intenditori di vino una serie di servizi specifici legati ai cibi e ai vini delle proprie regioni. In pratica, i visitatori vengono guidati in un percorso enogastronomico attraverso degustazioni, assaggi, visite alle cantine e tante altre interessanti iniziative come eventi, workshop e convegni sul vino. “Per aderire a Italy Wine Hotels - spiegano dall’associazione, tra i cui soci fondatori ci sono Paolo Teverini dell’Hotel Tosco Romagnolo a Bagno di Romagna, Michil Costa del La Perla di Corvara, Sergio De Candido del Monaco Sport hotel di Santo Stefano in Cadore, Marco Zani dell’Hotel Rovereto a Rovereto, Luca Novara del Lungomare di Andora - gli alberghi si impegnano a rispettare rigidi requisiti previsti in un decalogo per preservare l’immagine di qualità e affidabilità dell’associazione”. Tra questi per esempio ci sono i requisiti della cantina: almeno 300 etichette e una ricca enoteca con vini di pregio dove poter acquistare la propria bottiglia preferita. E per apprendere le tecniche che si celano dietro la degustazione di un buon vino ci sono sommelier professionali Ais e/o Fisar o degustatori Onav che educano a questo nobile rituale. Ma gli ospiti possono contare anche su personale qualificato per visite guidate in cantine e in luoghi suggestivi. Avere una cantina con certi requisiti minimi e dotarsi di personale specializzato significa fare investimenti a partire da 70mila euro.

Dal mondo 27mila bottiglie
L'interesse per il vino è un eredità di papà Ernesto che negli anni 70 se ne innamorò e incominciò a collezionano. Ma è stata soprattutto la passione di Michil Costa per i grandi nettari a rendere la visita alla cantina dell’hotel La Perla un’esperienza indimenticabile. Per vederla ci si può arrivare anche attraverso una pertica attaccata al soffitto ed è qui ché si scopre la sala dedicata al Sassicaia, conservato in un vero e proprio tempio, oppure quella degli champagne dove le bottiglie ballano sulle note di Singin in the rain. E poi altro ancora fino a scoprire 1.800 etichette per oltre 7mila bottiglie pregiate provenienti da tutto il mondo. “Negli anni ho sempre cercato aziende con l’idea di creare vini con un’anima e con una propria identità - spiega Michil Costa - evitando prodotti dal gusto globalizzato. Il vino è diventato una parte importante della nostra Casa e per la cantina, punto d’attrazione, sono stati investiti grossi capitali, senza però trascurare altre aree. Tante persone frequentano il nostro hotel proprio per la cultura sul vino che divulghiamo, per visitare la cantina e naturalmente per bere questi nobili nettari. Tra gli ospiti, gli italiani sono tra i più interessati alle tante iniziative che organizziamo come le degustazioni a tema in concomitanza con l’intronizzazioni dei Cavalieri amanti del Sassicaia”. Negli ultimi 4-5 anni il numero di bottiglie vendute, anche grazie a internet, è cresciuto del 50-60%. “In termini di etichette - conclude Costa - vendiamo di più Alto Adige, Toscana, Piemonte, mentre in termini di fatturato Toscana, Bordeaux, Piemonte, Alto Adige.
(arretrato de Il Sole 24 Ore del 16 settembre 2006) 

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