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Il Sole 24 Ore

Una “strada” per pochi ... Lungo la weinstrasse seconde case solo per i tedeschi... Sette i Comuni che tracciano la “Strada del vino” dell’Alto Adige, dicitura aggiunta ufficialmente ai nomi di Appiano, Caldaro, Termeno, Cortaccia, Cortina all’Adige, Magré e Salorno. La “weinstrasse” - come si dice in tedesco - si snoda a partire da qualche chilometro da Bolzano fino a insinuarsi, all’altezza di Caldaro e verso sud, in quella parte di territorio chiamata “il giardino del Sudtirolo”, perché graziato da un clima mite e da una vegetazione rigogliosa e mediterranea. Terra di castelli e di masi nobiliari, la “Strada del vino” è un paradiso per gli appassionati del turismo enogastronomico. Ai tipici prodotti della gastronomia locale affianca una produzione vinicola che rappresenta una delle eccellenze italiane, rinnovando una tradizione che risale fino ai tempi dell’impero Romano: se Termeno è la patria del bianco aromatico Gewurztraminer, non da meno sono il Lago di Caldaro classico (Kalterersee), o i pregiati Pinot e Merlot prodotti sul territorio. Tuttavia, a parte questo particolare turismo d’élite, la zona, benché di notevole interesse dal punto di vista naturalistico e storico, non richiama molti vacanzieri. E quelli che ci sono, sono soprattutto tedeschi. Di conseguenza il mercato delle seconde case, peraltro già contingentato per legge, qui non è certo florido, e - per dirla in cifre - rappresenta solo un esiguo 5% delle transazioni totali. “Tra le località sulla “Strada del vino” - dice Peter Gotsch, dell’omonimo studio immobiliare - quelle più richieste sono Appiano e Caldaro. Ma si tratta di un mercato ristretto che risulta composto soprattutto da tedeschi”. Gli italiani che intendono comprare una seconda casa in Alto Adige preferiscono le località a ridosso degli impianti sciistici, dove poter andare durante la stagione invernale e, talvolta, anche d’estate. “L’unico vero mercato delle seconde case - precisa Christian Weissensteiner - è quello dei piccoli investitori che comprano per riaffittare. Tuttavia, il caro-prezzi ha prodotto un calo delle rendite che oggi si attestato sull’1-2% lordo. Quindi anche comprare per riaffittare non è più così vantaggioso”. Quanto ai prezzi, più ci si allontana da Bolzano e più diminuiscono. Ad Appiano il metro quadro vale dai 3 ai 4mila euro, a Caldaro, sull’omonimo lago, la forbice è 2.800-3mila euro, mentre nella zona collinare di Cornaiano, tra Appiano e Bolzano, si sale a 3-4mila euro. Per gli altri paesi ci si attesta mediamente tra i 2mila e i 3mila euro. Queste cifre però si riferiscono alle quotazioni degli appartamenti, perché per le case indipendenti vale un altro discorso “e - continua Weissensteiner - non si trova nulla sotto il milione di euro, o più se l’immobile è ben posizionato o dispone di un parchetto privato”. In fase di stallo è invece il mercato dei terreni costituito prevalentemente da meleti e vigneti. Questo perché sono fermi i prezzi delle mele e dell’uva. Non appena i prezzi della frutta ricominceranno a crescere - in tanti pensano che una picco la ripresa sia già in atto -, anche i terreni ne beneficeranno. Le quotazioni oscillano tra i 35 e i 45 euro al mq per i meleti e tra 35-60 euro per i vigneti. Dipende dalle caratteristiche del frutteto e dalle pertinenze: per esempio se c’è o meno un buon. impianto di irrigazione. “Influiscono sul prezzo - spiega Thomas Agostini - fattori come l’età del frutteto, la sua posizione e altre variabili legate alla gestione. Comunque, le pezzature di terreno in vendita da queste parti sono piccole e, quindi, non c’è chi viene a investire perché le dimensioni non sarebbero sufficienti per l’avvio di un’attività”.

Tra enogastronomia, musei e castelli - La via del nettare di Bacco arriva al confine con il Trentino
Un tragitto breve - 42 km - è necessario per percorrere la “Strada del vino”, da Salorno al confine con il Trentino, ad Adriano. Non è però detto che tempi di percorrenza siano brevi: ogni tappa - i Comuni sono sette: Salorno, Cortina all’Adige, Magrè, Cortaccia, Termeno, Caldaro e Appiano - offre svariati motivi per fare più di una sosta e non solo di tipo enologico o gastronomico. Alcuni richiami di tipo culturale meritano attenzione, come il museo con la raccolta di attrezzi per la lavorazione del granoturco e dell’uva di Termeno e il museo del vino di Caldaro, con strumenti e oggetti . compreso il costume del “guardavigneti” - che documentano l’antica vocazione alla vitivinicoltura della zona. Vocazione testimoniata, a Magrè, dalla più antica vite dell’Alto Adige, che risale al 1601, visibile in vicolo dei Conti. Ogni paese conserva inoltre un patrimonio architettonico di pregio ben conservato: il borgo di San Michele di Appiano, per fare un esempio, presenta un articolato insieme di stili compreso quello detto “d’Oltradige”, evidente in molti edifici del Cinquecento e del Seicento situati in centro. Mentre la zona intorno ad Appiano è la più ricca di castelli d’Europa, più di 20 che si aggiungono alle circa cento residenze nobiliari. Ma è il vino la vera attrazione dell’intera zona. Tre i vitigni autoctoni dell’Alto Adige nel suo complesso: Schiava, Gewurztraminer e Lagrein. In particolare, Terlano, con anche Nalles e Adriano (nell’area dell’Alto Adige) è nota per i suoi vini bianchi: il Pinot bianco e il Sauvignon di Terlano, lo Chardonnay, l’“Alto Adige Terlano” senza specificazione di varietà, il Riesling, il Muller Thurgau e il Silvaner. I luoghi più indicati per apprezzare i vini della zona sono i masi. Come, sul lago di Caldano, l’azienda vinicola Niklaser dove è possibile seguire tutta la filiera della produzione, oppure, nei pressi di Merano, il maso Biedermanhof, nelle cui cantine si può degustare il vino locale.

Wine Festival a Merano
Un appuntamento importante per esperti e amanti del vino: la l5esima edizione del Wine Festival, a Merano (al Kurhaus) dall’11 al 13 di novembre. Un’occasione per degustare i migliori vini del mondo riuniti dalla selezione di Gourmet’s International. Parteciperanno 115 cantine fra le più rinomate sul mercato internazionale: da Reichsrath von Buhl (Germania) a Andrè Ostertag (Alsazia), da Cave Yves Cuilleron (Valle del Rodano) a Fred Loimer (Austria), Meerlust (Sudafrica) e Quinto do Noval (Portogallo). La manifestazione offre l’occasione di scoprire alcune particolarità: la sezione Vinis Extremis, per esempio, premia la dedizione di 20 viticoltori che li hanno lavorati e prodotti in condizioni difficili, svantaggiose per clima quota, pendenza.
(arretrato de Il Sole 24 Ore del 23 settembre 2006) 

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