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Il Sole 24 Ore

In Sicilia a caccia di “bagli” ... A trapani i viaggi enogastronomici spingono le compravendite del mattone. Le masserie con cortile interno costano a partire da 400mila euro... Immobili del Settecento e casali dell’inizio del secolo scorso come seconda casa, ma soprattutto per impiantarvi attività agricole o turistico-ricettive. È un filone del mercato immobiliare che in Sicilia va assumendo dimensioni sempre più estese. Soprattutto nelle zone a vocazione vitivinicola, dove anche i vip si sono dati al vino. Tra i pionieri Lucio Dalla, seguito poi dal cantante della band inglese dei Simply Red, Mick Hucknall, che ha acquistato terreni alle pendici dell’Etna e produce due “Nero d’avola” Doc. Da almeno tre anni la produzione enologica siciliana favorisce la trasformazione del turismo in chiave enogastronomica in tutte le province, e stimola la ricerca di grandi casali a corte o di più piccole case coloniche da ristrutturare. Ad attirare gli investitori sono le aree a più spiccata vocazione vitivinicola, come le province occidentali di Trapani e Agrigento e i territori orientali dell’isola, dalle pendici dell’Etna, giù fino al Val di Noto, zona compresa tra le province di Ragusa e Siracusa. Una nicchia del mercato, frequentata soprattutto da clienti di fascia medio-alta, ma che mostra una forte crescita. Lo conferma l’aumento del numero dei contatti ricevuti dalle agenzie, molti dall’estero. Si tratta comunque di un mercato ancora potenziale, poco intercettato dai professionisti dell’intermediazione, “la cui espansione, più evidente fino a un paio d’anni fa, è avvenuta in maniera sotterranea - spiega Claudio Gandolfo, presidente Fiaip per la provincia di Trapani-, con contatti riservati”. Nel trapanese, territorio i cui vigneti attorno al capoluogo e nella zona di Alcamo alimentano con Menfi il secondo distretto vitivinicolo mondiale per volumi di produzione dopo quello di Bordeaux, l’oggetto più desiderato sono i “bagli”, casali fortificati caratterizzati da un ampio cortile centrale, circondato da locali dalla destinazione diversa: la residenza signorile, quella dei braccianti, le cantine, il granaio e le stalle. “Tutti in travertino o tufo, e dotati di muri spessi e volte alte per convogliare il calore e mantenere gli ambienti freschi” illustra Mariano Melia, franchisee della Gabetti a Alcamo. Quelli presenti in queste zone risalgono per lo più al Settecento e all’Ottocento, epoca in cui magnati inglesi come Woodehouse, Ingham e Hopps e i calabresi Florio, ne fecero i centri da cui rilanciare la viticoltura siciliana e tessere relazioni commerciali con mezza Europa. Nella provincia di Trapani in media i prezzi del residenziale per abitazioni standard si aggirano sui mille euro al mq. “L’interesse per i bagli si registra da poco più di 5 anni - spiega Gandolfo -. Per lungo tempo sono stati abbandonati all’incuria ma dal 2000 la domanda di acquisto a scopo d’investimento è raddoppiata e con essa i prezzi. L’acquisto avviene sempre considerando l’intero manufatto, sul cui costo incidono l’ubicazione, lo stato di manutenzione e la qualità del fondo circostante, specie se vitato. I prezzi partono dai 150-200 euro al mq per oggetti pressoché cadenti fino a oltre mille euro per quelli in buone condizioni o ristrutturati”. “La provincia di Trapani, è la terra dei bagli per eccellenza - dice Davide Giambona, responsabile d’area di Tecnocasa -. Oggi, 400mila euro sono un prezzo ordinario per un baglio di media qualità con un terreno di medie dimensioni”. A gonfiare la spesa soprattutto i costi di ristrutturazione: almeno 8oo euro/mq. Prezzi variabili anche peri terreni coltivati a vigna, che nel trapanese - malgrado la crisi del settore agricolo - possono anche toccare punte di 20 euro al mq, come spiega Gandolfo. Lungo tutte le strade siciliane del vino, le vendite di questi antichi caseggiati si sono rarefatte, anche nelle zone in cui sono disseminati in gran numero, come Marsala, Mazara del Vallo e Castelvetrano. “Il mercato dei casali però viaggia lento, perché la proprietà è spesso frazionata tra decine di famiglie” sottolinea Loredana Narducci titolare a Marsala dell’Euroimmobiliare.

Terreni vitati da 150mila € a ettaro...
Un’isola nell’Isola. Così i produttori divino definiscono il territorio dell’Etna, lungo le cui pendici è possibile coltivare ad alta quota. Un valore aggiunto che si riflette anche sui terreni e i rustici d’epoca. Secondo gli intermediari si tratta di un settore ancora disomogeneo, “che ha marciato a tappe forzate tra il 1999 e il 2002, quando la forte domanda ha determinato rincari di prezzo del 150%, e che oggi appare stagnante” spiega Antonino Nicolosi, presidente Fimaa per la provincia di Catania. Sui declivi del vulcano la tipologia di riferimento sono i vecchi casali, spesso riedificati per sismi e colate laviche, costruiti nella caratteristica pietra nera “di sciara”. “Si trovano soprattutto nei territori di Viagrande, Zafferana Etnea e Milo, o tra Randazzo e Castiglione di Sicilia, zone vocate alla produzione di vino” dice Carmelo Mazzeppi, presidente catanese della Fiaip. “Dal 2002 l’offerta dei grandi casali è andata riducendosi. Oggi per un manufatto d’epoca in buono stato e panoramico si spendono dai 400-600 fino ai 1.200 al mq, se ristrutturato” precisa Nicolosi. Le migliori possibilità di investimento si hanno per i rustici piccoli. Elevati anche i valori per i terreni, particolarmente fertili. Secondo gli operatori quelli vitati sono i più cari della Sicilia, con prezzi anche di l50mila euro per ettaro. La richiesta di casali d’epoca appare più effervescente a sud. Nelle campagne attorno a poli del barocco come Ragusa, Modica, Scicli e Noto, ma anche presso i paesini tra i Monti Iblei, e i dintorni di Pachino, i bagli sono molto presenti. “Nel ragusano il prezzo è aumentato del 20% all’anno dal 2003 - afferma Giovanni Gulino, titolare dell’immobiliare Europa -. Una crescita alimentata dalle richieste della clientela straniera, soprattutto quella inglese, che ha ribattezzato questa zona Ragusashire. Le quotazioni oscillano tra i 100mila e 1,5 milioni di euro, ma le strutture più prestigiose possono arrivare a toccare anche quota tre milioni di euro. Forti rincari anche a Vittoria, la patria del Cerasuolo, vino rosso Docg ottenuto dall’unione di nero d’avola e frappato.
(arretrato de Il Sole 24 Ore del 14 ottobre 2006) 
Autore: Antonio Schembri

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