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Il Sole 24 Ore

A Regaleali turismo rulale ... Famiglie Nobili. Tasca d'Almerita... Tra i produttori di etichette pregiate di vini siciliani c’è la famiglia dei conti Tasca d’Almerita. Una storia aziendale che inizia nel 1830 quando la famiglia acquistò la tenuta di Regaleali, nell’entroterra dell’isola. I pionieri furono prima i fratelli Don Lucio e Don Carmelo Mastrogiovanni Tasca poi l’erede Lucio Tasca, primo conte d’Almerita per arrivare sino a oggi. “La prima etichetta risale alla fine dell’Ottocento, intorno al 1880 - spiega Alberto Tasca, attuale amministratore delegato della società di cui si occupa insieme al fratello Giuseppe -. Oggi la produzione, ripresa negli anni Cinquanta dopo l’interruzione dovuta alle due guerre mondiali, tocca i tre milioni di bottiglie per un fatturato consolidato che si è attestato a quota 15 milioni di euro. Esportiamo in 60 diversi Paesi nel mondo (il 40% delle produzione va all’estero, in particolare in Germania e negli Stati Uniti, ndr)”.
Nella tenuta di Regaleali, che occupa 500 ettari di terreni, di cui 400 vitati (500 sono invece gli ettari vitati complessivi dell’azienda), la famiglia produce quattro vini bianchi (Regaleali, il primo che è stato prodotto nella tenuta e ottenuto dai vitigni siciliani Inzolia, Catarratto e Grecanico, e poi Leone d’Almerita, Nozze d’Oro e Chardonnay), sei vini rossi (Regaleali Nero d’Avola, Lamùri, Cygnus, Camastra, Rosso del Conte, Cabernet Sauvignon) e un vino dolce (Diamante d’Almerita). L’azienda è molto attiva nella sperimentazione, con oltre 40 varietà di vitigni provenienti da tutto il mondo, in primis greci, spagnoli e francesi. In questo angolo di Sicilia, una zona collinare che va da 450 a 750 metri di altitudine e che vanta un clima adatto alla produzione vitivinicola grazie all’escursione termica tra il giorno e la notte, i conti Tasca stanno mettendo in pratica un modello di ospitalità da riprodurre in futuro in diverse zone dell’isola. “La nostra idea è di consentire a clienti e amici di approcciare il vino in maniera diversa dalla solita visita alle cantine, e a noi di fare marketing in modo innovativo in un settore che diventa sempre più competitivo - continua Alberto Tasca -. Stiamo progettando di sviluppare un modello di turismo rurale tramite la ristrutturazione di alcuni bagli, le tipiche masserie siciliane, che fanno parte della tenuta insieme ad alcune case coloniche. La ristrutturazione sarà graduale e si completerà nell’arco di due o tre anni. Per il momento si tratta di un esperimento per analizzare anche i risultati di questo business pressoché nuovo per noi (la famiglia ospita anche al resort Capofaro a Salina, nelle Eolie, e nella villa Tasca Camastra a Palermo, ndr). I primi dati sul piano economico possiamo dire che sono incoraggianti”.
(arretrato de Il Sole 24 Ore del 14 ottobre 2006) 

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