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Il Sole 24 Ore

E gli editori «stappano» i titoli dedicati al vino ... Arrivano i romanzi «enologici»... Il Barbaresco di Alessandro Baricco è solo il caso più recente e vistoso. Magari avrà giocato l’assonanza con l’argomento principale del suo ultimo libro (I barbari, Fandango, pagg. 224, €12) eppure non è casuale che lo scrittore torinese abbia sentito l’esigenza - per spiegare i profondi mutamenti culturali del mondo di oggi - di parlare di vino, di territorio, di cambiamenti nell’enologia che si riflettono in quelli più ampi della società. Effettivamente l’editoria libraria non specializzata, in questi anni, sta riscoprendo il vino come ottimo argomento per libri. Non solo le “solite” guide e selezioni, come siamo abituati a pensare. Stiamo assistendo a una sorta di allargamento di significato: il vino diventa un “pretesto” per raccontare un mondo.
Molto evidente, questo fenomeno, nell’ultimo romanzo di Nico Orengo. Il giornalista e scrittore ligure con il suo libro Di viole e liquirizia (Einaudi, pagg. 156, € 15,50) ha raccontato la storia di un assaggiatore divini francese che arriva nelle Langhe per ritrovare alcuni vini e sapori perduti. Qui, oltre a innamorarsi di una donna, scopre anche il valore profondo del territorio. La storia ruota intorno ai nuovo metodi di vinificazione e si conclude con una bellissima sfida a chi conosce più vini (da qui il titolo, che è parte di una scheda di assaggio) tra il protagonista e il suo rivale, un vinificatore arricchito e poco rispettoso della tradizione. Il libro di Orengo è piaciuto molto al pubblico, che lo ha premiato in libreria, ma anche alla critica, tanto da arrivare in finale all’ultima edizione del premio Campiello, la sfida letteraria organizzata dagli Industriali del Veneto (che è stata vinta dal sardo Salvatore Niffoi).
Grande successo arride anche a Enrico Bernardo. Il suo libro, Saper gustare il vino è stato appena tradotto in Italia da Mondadori (pagg. 262, € 22,00). E sì, perché il giovane autore milanese (ha 30 anni) è stato miglior sommelier del mondo nel 2004 e ora governa la cantina di uno dei ristoranti più prestigiosi del pianeta: Le V del George V di Parigi (3 stelle Michelin). Il suo libro, uscito prima in Francia, è stato un caso editoriale, superando le 100mila copie vendute in pochissimo tempo.
Le memorie di un assaggiatore di vini di Daniele Cernilli (Einaudi, pagg. 190, € 12,00), curatore della guida dei vini del Gambero Rosso, assomiglia nella concezione a quello di Bernardo; si differenzia per un taglio più sorridente. Ed è anzi una specie di anti-manuale in cui il vino è raccontato a chi di solito di vino non si occupa e non si è mai occupato. Infine un curioso e dotto saggio per conoscere più da vicino come diverse culture si esprimono sul vino. Mauro Manaresi, in Religioni, globalizzazione e culture del vino (Clueb, pagg. 164, € 14,00) ha focalizzato l’attenzione su Islam, cristianesimo ed ebraismo e lo spirito. Non divino.

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