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Il Sole 24 Ore

La prima signora del Brunello ... Francesca Colombini Cinelli... Prima donna a capo di una famosa azienda agricola italiana la contessa Francesca Colombini Cinelli, è nota anche come “la signora del Brunello”. Figlia e nipote dei proprietari della Fattoria dei Barbi, a Montalcino, si trovò a dirigerla prima del previsto nel 1976, in seguito alla morte di suo padre Giovanni. «Mi aveva preparata fin da piccola a quel compito - racconta -. Ero figlia unica e fu considerato normale da tutti che io dovessi essere la sua erede». Impegnata in azienda dal 1966, Francesca Colombini Cinelli era già abituata ad affrontare i problemi di lavoro, sia durante la vendemmia sia nei colloqui d’affari.
«Quando morì mio padre la Fattoria dei Barbi si fermò solo per due giorni - continua la contessa -. Alla ripresa radunai tutto il personale e dissi: Io vado avanti. Se voi vi fidate di me e vorrete collaborare sarete i benvenuti. Gli operai si misero a ridere: “Signora, lavoriamo con lei da anni. La conosciamo. Continui pure”. Dovevo avere spalle sicure per mantenere l’azienda al suo livello. E le prime spalle su cui appoggiarmi erano proprio le loro. «I proprietari delle case con- correnti non furono un problema: certo, ognuno faceva i propri interessi, ma nel complesso si mostrarono gentili. La cosa più difficile fu convincere la clientela, quella più legata al rapporto con mio padre». Fu così che Francesca Colombini Cinelli aprì all’esterno la Fattoria, convocando i migliori acquirenti «perché vedessero come andava avanti il lavoro» e creò il premio letterario e giornalistico “Barbi Colombini”, nel 1981. Sui balconi che si affacciano sulle sue vigne si cominciarono a vedere Federico Fellini e Giulietta Masina, giurati come Sergio Zavoli e Geno Pampaloni e premiati come Enzo Biagi, Giorgio Bocca, Mario Rigoni Stern, Maro Luzi o il Nobel americano Saul Bellow. Oggi il premio si chiama “Casato Prime Donne”, è gestito dalla figlia Donatella (proprietaria della Fattoria del Colle e del Casato), e punta a dare un riconoscimento a quelle donne che si sono distinte col proprio lavoro, da celebrità come Carla Fracci a figure meno note come le missionarie Cabriniane.
«Quando presi le redini dell’azienda - continua la contessa - l’input nelle imprese era sempre maschile. I manager, la classe dirigente, erano tutti uomini. Lo erano ancora nell’1985, quando partecipai al Wine Experience di New York. Delle cento aziende vinicole selezionate la mia era l’unica guidata da una Le signore presenti si occupavano di comunicazione, ma nessuna aveva compiti gestionali. Oggi non è più così».

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