02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il Sole 24 Ore

Cinque stelle al Brunello di Montalcino ... Vino. Dopo il Nobile di Montepulciano premiato un altro campione tra i rossi... Montalcino festeggia il Brunello assegnando alla vendemmia 2006 il massimo punteggio. Dopo il Nobile di Montepulciano, ieri, anche il più famoso rosso made in Italy si appresta a incamerare le mitiche cinque stelle che una giuria internazionale gli riconoscerà oggi, in occasione della chiusura di Benvenuto Brunello. Premio che giunge nel momento in cui i 240 produttori di Brunello hanno chiuso i propri bilanci, dichiarando di avere esportato nel 2006 più del 62% del loro pregiato prodotto.
L’evento montalcinese, che chiude la settimana delle anteprime enologiche toscane, ha calamitato più di 200 degustatori di ogni lingua e colore. A loro sono state presentate le annate che ora vanno in commercio, vale a dire il 2001 riserva, strepitoso secondo l’unanime parere dei “nasi”, e una contro- versa annata 2002. Controversa per via dell’instabile meteo di quell’anno, che si è poi riflesso in un taglio della metà della produzione di Brunello: 3,8 milioni di bottiglie rispetto a una media di 7,5 milioni. Su questo tema il presidente dell’associazione delle enoteche italiane Vinarius, Francesco Bonfiò di Siena, ha osservato che di fronte a un’annata modesta i produttori avrebbero dovuto rivedere al ribasso i listini.
Ma per il direttore del Consorzio, Stefano Campatelli, l’accusa è «ingenerosa e non rispondente al vero». Campatelli pur riconoscendo i limiti dell’annata in questione, ha osservato che «l’area di produzione di Montalcino è molto ampia, forse la più ampia d’Italia, per cui non è corretto fare a priori di ogni erba un fascio». A dare voce ai protagonisti di questo Benvenuto Brunello, non si fatica a registrare i tanti (per esempio Giovanni Folonari de la Fuga, Lionello Marchesi di Coldisole, Giacomo Neri di Casanova di Neri) che hanno detto chiaramente di avere declassato la propria produzione 2002 perché non di grande qualità. E tuttavia non manca chi (Stefano Cinelli di Fattoria dei Barbi, Niccolò D’Affitto di Castel Giocondo, Paolo Bianchini di Ciacci Piccolomini d’Aragona) il Brunello lo ha prodotto effettuando una severa selezione delle uve e giungendo a importanti risultati in termini qualitativi.
Non solo, ma tra quanti la produzione 2002 l’hanno fatta, non pochi hanno ammesso di avere provveduto a ribassare i prezzi delle proprie bottiglie, scendendo di un buon 15-zoper cento, a 14-19 euro la bottiglia franco azienda. Va da sé che uno si chiede quanto di questo ribasso verrà trasferito dai rivenditori alle tasche dei consumatori.


Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su