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Il Sole 24 Ore

Un binomio da 2,5 miliardi ... Enoturismo. Sono stimati in oltre quattro milioni i viaggiatori che visitano le città del vino
Secondo il Censis, nei prossimi 10 anni la quota salirà a 4 miliardi... Vino e turismo costituiscono un binomio sempre più stretto. Secondo una indagine realizzata nelle settimane scorse dal Censis servizi per contò dell’associazione nazionale delle Città del vino, l’enoturismo è una realtà ormai rilevante all’interno del panorama dell’industria delle vacanze e del tempo libero. Al tempo stesso le prospettive di crescita del business sono giudicate notevoli.
Lo scenario - Gli enoturisti oggi sono già un esercito composto da 4 milioni di persone con una quota notevole di stranieri. Il giro d’affari dell’enoturismo è stimato intorno ai 2,5 miliardi, con la particolarità che un euro speso per le vacanze in una località toccata dall’enoturismo si stima che si traduca di almeno 5 euro di vantaggi indiretti per il territorio. I Comuni che fanno oggi parte dell’associazione Città del vino sono 550 e le strade del vino e dei sapori sono arrivate a quota 120 (percorsa da oltre due milioni di turisti l’anno). Sono poi 420 in totale le aree vitivinicole di qualità tra Doc, Docg e Igt. Secondo una ricognizione del Movimento turismo del vino sono ad esempio 155 le cantine attrezzate con accoglienza di qualità dove sarà possibile alloggiare in occasione della prossima manifestazione Cantine aperte che si svolgerà il 27 maggio in oltre mille realtà vinicole in tutta Italia. Ed è - come ricorda Chiara Lungarotti, imprenditrice umbra e presidente del Movimento - il principale vento enoturistico italiano con oltre un milione di persone in viaggio per cantine.
Le prospettive - Le attese sono indubbiamente alte. Secondo la ricognizione del Censis servizi nell’arco di un decennio il business enoturistico italiano ha la possibilità di raddoppiare. Grazie al crescente interesse di italiani e stranieri, ai massicci investimenti promozionali e allo sviluppo del sistema di accoglienza e ricettività legato ai circuiti enogastronomici. Pertanto il giro d’affari del settore - sempre secondo e proiezioni Censis - potrebbe agevolmente raggiungere e superare quota 4 miliardi di euro entro il 2015. Si tratta di previsioni anche contenute, e che potrebbero essere largamente superate per difetto se marceranno a pieni giri i distretti enoturistici che si stanno via via sviluppando. Attualmente cene ne sono una quindicina - secondo la ricognizione Censis - e tutti però concentrati nel Centro-Nord. Ma la potenzialità è di arrivare ad almeno una cinquantina di bacini di rilievo, diffusi un po’ in tutta l’Italia.
L’identikit del turista - Ma chi è l’enoturista tipo? Il Censis ha intanto sgomberato il campo dai dubbi: il 42% delle persone che viaggiano lungo gli enopercorsi hanno un livello medio alto di formazione e sono dei buoni conoscitori delle problematiche enologiche e del territorio, il 20% addirittura può essere anche classificato come esperto. Il 55% si situa in una fascia di età tra 30 e i 50 anni. Da notare però che l’interesse per l’enoturismo è in calo (-3% tra 2005 e 2006) tra le fasce più giovani, ovvero al di sotto dei 30 anni. Mentre cresce in maniera sensibile tra le fasce ad alto reddito.
La spesa media giornaliera è passata da 149 a 167 euro nell’arco di un anno. In netto aumento, (+11%), anche la quota di enoturisti che percorrono anche più di 300 chilometri per visitare cantine. Gli stranieri in generale, interessati direttamente al vino, sono circa due milioni e la flessione tra i tedeschi (-4 punti tra 2005 e 2006) è stata controbilanciata dal ritorno di americani, giapponesi, inglesi, accanto al crescente interesse da parte dei russi, che hanno iniziato da un po’ anche a investire nell’acquisto di cantine e proprietà immobiliari nella campagna italiana.

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