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Il Sole 24 Ore

Piano d’azione per food e vino ... De Castro rilancia l’agroalimentare... Un piano d’azione per rilanciare il made in Italy agroalimentare nel mondo che faccia leva anche sul gioco di squadra con le altre punte di eccellenza dell’italian style, dalla moda all’arredamento. Al tavolo per l’internazionalizzazione (si veda “Il Sole-24 Ore” di ieri) sono state individuate politiche mirate per rafforzare cibo e vino, un settore che già ha numeri importanti: 22 miliardi il fatturato dell’export nel 2006 con un incremento del 10% e la più alta performance del sistema produttivo. “Anche se non abbiamo le corazzate della grande distribuzione - spiega il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Paolo De Castro - e scontiamo limiti strutturali delle nostre imprese, possiamo sicuramente valorizzare qualità e creatività per consolidare le posizioni sui mercati esteri”.
Oggi l’acquisto di prodotti alimentari italiani nella Ue-15 (esclusa l’Italia) raggiunge i 40 euro a testa, 15 euro negli Usa e tre in Giappone. Secondo il ministro è ipotizzabile per l’export una crescita di dieci punti percentuali “facendo leva - afferma De Castro - sull’enorme attenzione dei consumatori mondiali al prodotto italiano. E in questa direzione si sta muovendo il Governo”. Con la Finanziaria, in particolare, è stato messo in cantiere un sistema organico di interventi che ha il suo piatto forte nel credito d’imposta per l’internazionalizzazione delle imprese. “Si tratta di un’importante innovazione - afferma De Castro - che presto sarà resa operativa con il decreto che stiamo mettendo a punto con il ministero delle Finanze”.
Nel “pacchetto” sono previsti il rilancio del ruolo di Buonitalia, la promozione delle Fiere, ma anche joint venture tra catene della distribuzione italiana e imprese, come nel caso del progetto Crai in Cina, o di Conad che sarà un marchio-ombrello per un centinaio di aziende.
E la strada dell’internazionalizzazione è stata già intrapresa con un certo dinamismo anche dal settore agricolo, soprattutto nei Paesi dell’Est. Nella recente missione in Romania, De Castro ha ricordato che l’Italia è il primo investitore nel settore agricolo con oltre 300mila ettari acquistati da società a partecipazione italiana.
“Non si tratta di delocalizzare - ha sottolineato il vice presidente di Confagricoltura, Onofrio Giuliano - i nostri agricoltori sono spinti da un lato a diversificare per rispondere alla sfida della globalizzazione e dall’altro a cercare nuove strade per l’export”. Trasferta rumena anche per il presidente della Cia, Giuseppe Politi, che ha avviato più stretti rapporti con le istituzioni di Bucarest per agevolare l’attività delle imprese italiane che già operano nel Paese e per rafforzare le opportunità di interscambio.

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