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Il Sole 24 Ore

Effetto donna nelle aziende ... Personaggi emergenti. Il ricambio generazionale resta un fattore critico nel 70% delle società. I giovani imprenditori sono 130 sugli l1mila associati in Italia... Sentono il peso della responsabilità, ma guardano avanti con grinta e fiducia nel futuro. Sono alcuni tra i giovani imprenditori, professionisti, dirigenti, ma anche artisti e creativi, che si sono affermati di recente nel panorama regionale. “Essere imprenditori oggi - commenta l’imprenditrice Francesca Polli - significa possedere, più che in passato, propensione al rischio, capacità di mettersi in discussione e disponibilità all’aggiornamento continuo”. Nelle due province, i giovani imprenditori non sono molto numerosi: solo 130 circa in totale, sugli 11mila presenti in Italia. Tra i problemi più sentiti emerge ancora quello del difficile passaggio generazionale.
“Le statistiche evidenziano come il 70% delle aziende sottoposte a ricambio generazionale attraversino poi una fase critica”, spiega Camilla Lunelli, 31 anni, prima donna al vertice delle Cantine Ferrari, azienda di famiglia, dove si occupa di comunicazione e pubbliche relazioni. “E ‘importante per i giovani investire in un periodo di formazione all’esterno dell’azienda e in una successiva fase di affiancamento per fare pratica sul campo. Conta anche la capacità di mantenere fede ai valori costitutivi dell’azienda, partendo dall’attenzione alla filiera, dalla valorizzazione del legame con il territorio”.
Per Clara Fresca Fantoni, direttore generale di Informatica Trentina Spa, azienda che nel settore Ict sul mercato della pubblica amministrazione locale, “certamente la presenza femminile deve essere ulteriormente incentivata ma il Trentino è, in generale, una terra ricca di opportunità, sia per i giovani, sia per le donne che vogliono farsi strada. Questo dipende in larga misura dai crescenti investimenti in innovazione, ricerca e formazione. Esiste un benessere diffuso e le occasioni da cogliere sono più numerose rispetto al passato, ma occorre investire nella formazione personale, valorizzando le esperienze all’estero”. Giovani che crescono in un contesto privilegiato, ma che a volte ne rimangono intrappolati.
“I giovani altoatesini – riprende Fantoni - in questo si differenziano dai coetanei del resto d’Italia: il pluralismo linguistico e la vicinanza al mondo tedesco stimolano a uscire dai propri confini geografici e dagli schemi tradizionali per costruire il proprio futuro”. Concorda con la necessità di superare la prospettiva localistica anche Stefano Podini, che insieme ai fratelli rappresenta la terza generazione della Podini holding, specializzata nei settori dell’energia, del trade alimentare e della consulenza. “In Alto Adige non è sempre facile emergere per un piccolo imprenditore. Per questo è necessario specializzarsi in un settore particolare oppure puntare a un mercato al di fuori dei confini provinciali.
Di positivo c’è senz’altro il sostegno da parte dell’amministrazione pubblica che grazie alle esperienze dei Bic e del recente Tis innovation park ha offerto un’occasione di rilancio per la nuova imprenditoria locale”. Ma i giovani talenti coltivati sul territorio regionale si sviluppano anche fuori dal mondo del lavoro, nella cultura, come la giovane artista trentina Anna de Manincor, danzatrice, attrice e regista.

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