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Il Sole 24 Ore

Ogm tollerati anche nei cibi biologici … La Ue approva una soglia fino allo 0,9% - Italia contraria, proteste degli agricoltori… D’ora in poi in Europa gli alimenti etichettati come “biologici” potranno contenere una percentuale di organismi geneticamente
modificati (Ogm) fino allo 0,9%, come i prodotti tradizionali.
È il controverso risultato che scaturisce dal nuovo regolamento europeo sui cibi “bio” approvato ieri dai ministri dell’Agricoltura Ue a Lussemburgo, nonostante il voto contrario dell’Italia e di altri tre Paesi, favorevoli alla tolleranza zero” nei confronti degli Ogm.
La decisione europea ha generato reazioni negative da parte di organizzazioni agricole e ambientalisti (da Greenpeace a Legambiente), in particolare in Italia, il Paese al primo posto nelle colture organiche in Europa (con oltre un milione di ettari pari all’8,4% delle aree coltivabili), ma soprattutto quello dall’opinione pubblica più diffidente nei confronti dei cibi transgenici. Secondo la Coldiretti, a causa del nuovo margine di tolleranza, il settore bio rischierebbe addirittura in Italia un “crollo del 60% nei consumi per una crisi di fiducia nei confronti di alimenti scelti e pagati con un differenziale di prezzo, proprio perchè garantiscono sicurezza e neutralità nel metodo di produzione”.
Di parere opposto il Commissario Ue all’Agricoltura, Mariann Fischer Boel, che ha invece evidenziato come la richiesta di una soglia di tolleranza più alta sia arrivata in gran parte dagli stessi produttori biologici, per cautelarsi nei confronti di ibridazioni causali. “Altrimenti sarebbe un disastro per ogni produttore organico che accidentalmente ritrovi una minima traccia di Ogm nei propri prodotti”, ha osservato la Fischer Boel, sottolineando che “finora non c’era alcun limite a tutela di consumatori, mentre ora è stato fissato in modo chiaro”. Il commissario ha evidenziato anche che il nuovo regolamento sul biologico contiene altri aspetti di disciplina del settore, come la possibilità di fregiarsi dell’etichetta di prodotto biologico europeo (che potrà essere accompagnata da un logo nazionale) solo se il 95% degli ingredienti non sono trattati chimicamente.
Ma fino all’ultimo la battaglia è si combattuta sulla soglia di tolleranza di ingredienti Ogm, con maggior parte dei Paesi, favorevoli a un tetto dello 0,9%. Il ministro delle Politiche agricole, Paolo De Castro, aveva costituito la minoranza di blocco, comprendente pure Belgio, Grecia, Ungheria e Polonia, forte dell’appoggio anche del Parlamento europeo (che aveva chiesto una soglia sugli ogm pari allo “zero tecnico”, equivalente allo 0,1%).
Però alla fine Varsavia ha fatto cadere il veto, in cambio di concessioni sui piccoli frutti al tavolo dell’ortofrutta, e il fronte dei no si è sgretolato. “Purtroppo il Consiglio non ha dimostrato quella sensibilità che ci saremmo augurati, ma mi sento la coscienza a posto perché abbiamo fatto tutto il possibile”, ha affermato De Castro, anticipando che nel progetto di legge nazionale sul biologico, all’esame della Commissione agricoltura della Camera, potranno essere reintrodotti elementi di maggiore tutela del consumatore.

Soglia di tolleranza Ogm - È vietato utilizzare Ogm nelle produzioni biologiche, ma è tollerata una presenza accidentale di tracce biotech entro la soglia dello 0,9%, lo stesso limite fissato nel 2003 per alimenti e mangimi convenzionali. L’Italia, insieme a Belgio, Grecia e Ungheria aveva chiesto di abbassare il limite allo zero tecnico (0,1%).

Marchio europeo - Il logo Ue per le produzioni biologiche diventa obbligatorio ma può essere affiancato da bollini nazionali o privati. In ogni caso va indicato il luogo di coltivazione (obbligo valido anche peri prodotti extra-Ue).

Alimenti trasformati - Per i prodotti trasformati la percentuale minima di ingredienti biologici da utilizzare per ottenere la certificazione passa dall’attuale 70% al 95%. Questo non esclude la possibilità, per gli alimenti convenzionali, di riportare la presenza di un prodotto biologico nella lista degli ingredienti in etichetta.

Ristorazione - Ristoranti e catering non sono obbligati a certificarsi.

Nuovi settori - Il regolamento Ue pone le basi per disciplinare nuovi settori come acquacoltura, vino, alghe marine e lieviti biologici.


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