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Il Sole 24 Ore

Otto prodotti in lizza per l’Igi ... Alimentare. L’indicazione geografica internazionale... La famiglia dei derivati del latte è rappresentata da parmigiano reggiano, grana padano, pecorino romano, Gorgonzola e mozzarella di bufala Campana. I salumi possono contare sulla mortadella di Bologna e sui prosciutti di Parma e San Daniele. Per i formaggi semi-stagionati Asiago e Fontina la sorte è appesa a un filo. Quanto alle bevande alcoliche, la scelta è limitata a Chianti, Marsala e Grappa.
Dei 14 prodotti agroalimentari proposti dall’Italia al Doha Round (41 a livello europeo), solo otto sono quelli che hanno le maggiori possibilità per ottenere l’indicazione geografica internazionale (Igi). Per conoscere i prescelti bisognerà attendere, qualche settimana. Ma per il ministro delle Politiche agroalimentari Paolo De Castro la questione ha i contorni definiti.
Questo perché il dibattito in corso al Wto, nelle ultime settimane “ha preso una buona piega. Le asperità sono state smussate e tutto lascia pensare che ci saranno benefici per l’agricoltura italiana”. Di più. Sull’annosa’questione delle denominazioni d’origine, da sempre mal digerita da paesi come il Nord America e l’Australia “gli ostacoli sono in via di risoluzione. Per cui non dovrebbe tardare un accordo sul loro riconoscimento giuridico”. E questo sarà uno dei piatti forti sul tavolo dell’incontro bilaterale che si terrà la prossima settimana a Roma tra De Castro e la neo-ministro dell’Agricoltura francese Christiane Lagarde.
Per il ministro italiano, che ieri è intervenuto all’assemblea di Assolatte, il riconoscimento giuridico delle Igi sarebbe un grosso risultato politico della trattativa Wto e avrebbe ricadute importanti per la tavola made in Italy. Il fatto che siano otto soli prodotti non deve spaventare. Quello che conta - ha spiegato De Castro - è che si tratta di prodotti che da soli fanno il 70-80% del valore di tutto l’export di prodotti Dop italiani”. Vino escluso, s’intende.
Soddisfatto il presidente di Federalimentare Gian Domenico Auricchio. “Erano anni - dice Auricchio - che auspicavamo il riconoscimento a livello internazionale delle denominazioni. I prodotti Dop rappresentano solo il 9% del fatturato dell’industria alimentare e il 17% del totale esportazioni di settore, tuttavia costituiscono una bandiera dell’eccellenza del made in Italy”.

I prodotti candidati
Chianti
Grappa di Barolo, del Piemonte, della Lombardia, del Trentino, del Friuli, del Veneto, dell’Alto Adige
Marsala
Asiago
Fontina
Gorgonzola
Grana Padano
Mortadella Bologna
Mozzarella di Bufala Campana
Parmigiano Reggiano
Pecorino Romano
Prosciutto di Parma
Prosciutto di San Daniele
Prosciutto Toscano

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