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Il Sole 24 Ore

Niente alcolici in autostrada ... Sicurezza. Stop del Governo a vino e birra in Autogrill... Il Governo ci aveva già provato col testo iniziale della Finanziaria 2007, inciampando però nel “non possumus” della presidenza della Camera: norma estranea alla manovra, va cassata. E così fu, nell’ottobre scorso. Ma ora Palazzo Chigi rilancia, con poche righe inserite in un disegno di legge di Livia Turco: niente vendita e somministrazione di bevande alcoliche lungo le autostrade. Di fatto, dopo il pugno di ferro già in vigore per i superalcolici (divieto di vendita al banco tra le 22 e le 6 del mattino), per vino a birra scatterebbe il black-out totale negli Autogrill. Un tesoretto che vale 50 milioni di fatturato l’anno (24,5 per gli Autogrill) e un fiume di 1,2 milioni di litri di vino e di 2,5 milioni di litri di birra. Che evaporerebbero.
O magari, ma in misura ridotta, verrebbero fatturati prima dei caselli autostradali.
E così al Senato è già scattata la battaglia: di lobby, di strategie turistiche, di interessi d’immagine locali. E di differenti concezioni di protezione della salute. Tra proibizionisti e antiproibizionisti, proprio come per le droghe. Lo show down potrebbe esserci già nei prossimi giorni, in commissione Igiene e sanità del Senato. Quando cominceranno le votazioni del Ddl del ministro della Salute (“semplificazione degli adempimenti amministrativi connessi alla tutela della salute”) e a quell’articolo (il 9) pensato per “contrastare gli effetti sullo stato di salute e i costi anche di carattere sociale provocati dagli incidenti stradali collegabili al consumo di alcol”. Già non mancano gli emendamenti soppressivi, o di deciso alleggerimento del divieto, tutti targati centrodestra. E altri del centrosinistra che, viceversa, chiedono di ampliare sanzioni e divieti per alcolisti su quattro ruote e gestori di bar, locali, rivendite in genere.
Ma non solo. L’offensiva antiproibizionista è arrivata anche dalla commissione per le “questioni regionali” di Palazzo Madama che ha chiesto di valutare “l’opportunità” della soppressione di una norma “eccessiva”. E, va da sé, nettamente contrari sono la catena Autogrill, vinai, birrai, mondo agricolo e rispettive federazioni. Poi le Regioni, in qualche misura, che contano sull’effetto vetrina della vendita di prodotti tipici locali, per il 27% acquistati da turisti, di 196 tipi divino e 130 marche in assortimento, oltre a 13 marche di birra. Un’intera filiera in ansia, insomma, che vuole continuare a seguire la strada del “Codice etico di autoregolazione” sulla sicurezza stradale siglato con i ministri dell’Interno e delle Politiche giovanili, Giuliano Amato e Giovanna Melandri.
La strada della moral suasion, insomma. Ma il ministro della Salute vuole tenere fermo, forte anche di una campagna appena lanciata contro l’abuso di alcol e di un piano ad hoc per il quale sono stati stanziati 4,5 milioni in tre anni. A giorni il Senato deciderà a chi dare ragione.

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