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Il Sole 24 Ore

Stretta di De Castro sugli Ogm nel biologico ... Agroindustria. Soglia ridotta allo 0,1%... L’Italia fisserà un limite di tolleranza più stretto della soglia dello 0,9% decisa dal Consiglio agricolo Ue della scorsa settimana per la presenza accidentale di Ogm nei prodotti biologici (si veda “il Sole-24 Ore” del 13giugno). Oggi il ministro delle Politiche agricole e alimentari, Paolo De Castro, presenterà alla Conferenza Stato-Regioni un decreto ministeriale che introduce un limite di rilevabilità tecnico dello 0,1 per cento. Una misura che sfrutta la possibilità, lasciata aperta per gli Stati membri dallo stesso regolamento Ue - che entrerà in vigore il 1 gennaio 2009 - di fissare norme nazionali più stringenti. “Abbiamo tutto il tempo - sottolinea De Castro - di notificare a Bruxelles la nostra decisione. E chiaro che fissare un limite più stretto per le produzioni italiane è una scelta che comporterà un aggravio dei costi per le imprese ma consentirà, insieme all’etichettatura obbligatoria del luogo di produzione, di valorizzare i prodotti biologici made in Italy”.
Il provvedimento dovrebbe anche frenare le polemiche che si sono scatenate in Italia contro la tolleranza Ogm per il bio. Un coro di sigle di organizzazioni agricole, consumatori e ambientalisti riuniti nella coalizione “Liberi da Ogm” ed esponenti di forze politiche di governo e opposizione hanno organizzato una manifestazione, ieri, in piazza Montecitorio.
E la protesta si è scagliata anche contro i protocolli di valutazione del rischio inoltrati dal ministero delle Politiche agricole al ministero dell’Ambiente sulle sperimentazioni in campo di varietà transgeniche. Linee guida tecniche che proprio ieri hanno ricevuto lo stop, già annunciato, del ministro Pecoraro Scanio. Il ministro dell’Ambiente ha trasmesso formalmente al collega De Castro la nota con “il parere negativo” sulla bozza di decreto con cui si individuano i protocolli per i test. Nella nota Pecoraro spiega le motivazioni del disco rosso: “Nonostante lo sforzo compiuto dai tecnici dei due ministeri in seno al Comitato di coordinamento per limitare i rischi, si ravvisa la mancanza di elementi sufficienti a scongiurare che la coltivazione in campo aperto di piante transgeniche possa portare alla contaminazione delle specie tradizionali. Inoltre, si rileva l’assenza di garanzie giuridiche in relazione alle responsabilità civili e penali in caso di inquinamento genetico”.

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