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Il Sole 24 Ore

Il signor Api passa la mano ... A settembre compirà 75 anni e crede sia giunto il momento di passare le redini del gruppo ai figli, in azienda ormai da anni con responsabilità di rilievo. Aldo Brachetti Peretti, classe 1932, non ha alcuna intenzione di smettere di lavorare tutt’altro, ma lascerà l’operatività del gruppo Api ai figli, Ferdinando e Ugo.
Brachetti Peretti invece si limiterà ad occuparsi della holding di famiglia che controlla le società del gruppo.
Nato a Fermo, secondo di tre figli di una famiglia di antica nobiltà Brachetti Peretti è rimasto molto legato alla regione d’origine. Non solo per le attività del gruppo presenti nelle Marche. “Sono molto orgoglioso di essere marchigiano. La gente della mia terra è seria, sono grandi lavoratori e persone per bene. Anche se poi ci sono anche nelle Marche personaggi che tentano di dominare il territorio” commenta Brachetti Peretti.
Le prime esperienze di lavoro risalgono a quando aveva 16 anni. Poi la licenza liceale, la laurea in Economia e Commercio e le prime esperienze come assistente universitario fino a quando il suocero Peretti non gli chiede di scegliere fra la carriera universitaria e l’azienda di famiglia. La seconda opzione ha la meglio e il giovane ventiquattrenne comincia il percorso nel gruppo Api assumendo anche il cognome della moglie su richiesta del suocero, che non aveva figli maschi. A 46 anni diviene Cavaliere del lavoro, fra i più giovani in Italia.
“Oggi, a 75 anni, ci sono giorni che me ne sento 18 e giorni che me ne sento 100. Peccato che quelli in cui me ne sento 18 siano sempre meno” confida Brachetti Peretti, che ogni week-end torna nella tenuta nelle Marche dove 60 dei 200 ettari sono coltivati a vigneto per produrre il Pollenza. “Spero di fare il vino più buono d’Italia” confessa fra i progetti futuri.
Buon vino, ma anche libri antichi e una collezione di quadri di vedutisti del XVIII secolo impegnano il suo tempo libero. Oltre ai suoi otto nipoti e mezzo, uno arriverà il prossimo febbraio.

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