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Il Sole 24 Ore

Vendemmia in ritardo al sud ... Il Paese diviso in due: al Nord accelerazione di quasi un mese... “Mai vendere la pelle dell’orso se non l’hai ancora catturato”. Il vignaiolo Sergio Zingarelli, titolare delle tenute Rocca delle Macìe di Castellina in Chianti, risponde così a chi gli chiede un parere sulla vendemmia 2007. Che, mai come quest’anno, si presenta di difficile lettura sotto il profilo qualitativo. “Perchè l’Italia è lunga - dice - e l’andamento meteo non è stato omogeneo”. Per questo Zingarelli preferisce parlare del suo nuovo Sasyr, una couvée fatta di uve Sangiovese e Syraz prodotte in Maremma che verrà lanciata in autunno, piuttosto che dare punti a un vino che non c’è ancora. Certo, riconosce “che le uve sono in un ottimo stato di grazia sulla pianta, ma per l’ultima parola preferisco aspettare che tutto sia in cantina”.
In Toscana, come in altre regioni del centro Italia, le uve sono più mature del solito, ma per la vendemmia bisogna comunque aspettare almeno la seconda parte di agosto. Per certo la tenuta Ornellaia non farà alcuna anticipazione, assicura il direttore Leonardo Raspini. Ma per Chiara Lungarotti di Torgiano, in Umbria, “l’inverno mite e poco piovoso ha determinato un anticipo vegetativo delle piante, sicché riteniamo di cominciare dopo Ferragosto con le uve di Pinot grigio”. Vendemmia più precoce del solito invece al Nord, soprattutto per quanto riguarda Chardonnay e Pinot nero, vale a dire uve destinate alle basi spumante.
In Lombardia e in Trentino le aziende hanno già tutto pronto per la messa in moto. In Oltrepo Pavese i produttori sono già stati autorizzati a vendemmiare il Pinot nero, mentre in Franciacorta è questione di giorni. “L’impennata delle temperature delle ultime settimane - spiega Arturo Ziliani della Berlucchi - ha accelerato di due-tre settimane la maturazione delle uve”. E si sa, per fare un buon spumante è necessario che l’uva non sia troppo matura e abbia un’acidità elevata. Così si garantiscono “vini profumati e delicati”, osserva Giacinto Giacomini della Cavit di Trento. “Una precocità - aggiunge Mattia Vezzola di Bellavista - che per quanto particolare non ci ha colto di sorpresa, tant’è che i nostri 300 vendemmiatori sono stati tutti allertati”.
Ma se al Nord la situazione è già molto avanti e al Centro bisogna pazientare ancora, al Sud c’è ancora tempo a disposizione. Di sicuro ne hanno a DonnaFugata, azienda siciliana che solitamente fa un po’ da apripista con la vendemmia notturna già nella prima settimana di agosto, ma che quest’anno ha dovuto rinviare tutto a dopo Ferragosto. Il motivo per il titolare Giacomo Rallo sta nel processo meteorologico del tutto normale, per cui il caldo diurno è stato ampiamente compensato dal fresco della notte”. Una situazione questa “che - sostiene Luigi Albano della Tenuta Coppadoro di San Severo - ha dettato il ritmo vegetativo delle viti anche in Puglia, dove la forte escursione di temperature tra giorno e notte ha fatto solo del bene all’uva, anche se c’è da segnalare un calo significativo delle quantità.
Di quanto? È presto per dirlo con un certo margine di sicurezza. Però è un fatto che a livello Paese le proiezioni che via via elaborano le organizzazioni professionali tendono a concordare su un generale ridimensionamento del 10% circa sull’anno prima. Il che lascia supporre che i valori assoluti dovrebbero avvicinarsi ai 45 milioni di ettolitri: uno in più rispetto alla produzione 2003, considerata la più scarsa degli ultimi 50 anni. Per questo il presidente di Fedagri-Confcooperative Paolo Bruni non esclude che si verifichino ripercussioni sul fronte delle quotazioni dell’uva.

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