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Il Sole 24 Ore

Dai prezzi la rinascita del Chianti ... Produzioni in calo mentre torna la domanda: le quotazioni raddoppiano. Agroindustria. Antinori: bene il mercato di fascia alta - Mencattini (Banca Cr Firenze): crescono gli investimenti... Tra i produttori di Chianti torna il sereno. La vendemmia 2007, conclusa da poco, promette di essere una delle migliori degli ultimi anni, il mercato sta consolidando il trend di ripresa iniziato nel 2006 e i prezzi puntano con decisione verso l’alto. “Rispetto ai minimi del 2004 quando nel nostro territorio la quotazione dello sfuso toccò i 170 euro a quintale, oggi siamo sopra i 280 euro e in alcuni casi si supera i 300”, dice Marco Pallanti, titolare dell’azienda Castello di Ama e presidente del Consorzio Chianti classico: 600 imprese, 7mila ettari di vigneto specializzato, 550 milioni di ricavi per il 700, realizzati all’estero e oltre 3mila addetti. “L’annata è caratterizzata da produzioni inferiori alla norma e da una qualità alta - spiega Piero Antinori, numero uno del gruppo fiorentino leader in Italia con 1.700 ettari, 360 dipendenti e 124 milioni di fatturato -. In alcune regioni, come la Sicilia, la quantità è inferiore anche del 50% rispetto al 2006. A livello nazionale, la flessione è intorno al 15% e in Toscana varia dal al 10% sempre per effetto del clima secco e caldo”.
Il rialzo dei prezzi è dunque in parte legato alla minore offerta (“Le aziende ormai hanno solo scorte fisiologiche”, puntualizza Pallanti), in parte alla ripresa dei consumi di vino. “Dopo la flessione 2004-2005 è ripartita la domanda di fascia alta, sul mercato internazionale e anche in Italia”, conferma Francesco Ricasoli, amministratore delegato dell’azienda di famiglia basata a Brolio, in provincia di Siena, 250 ettari di vigna e 11 milioni di fatturato. “La congiuntura negativa è ormai superata e il consumatore è tornato a bere non solo rosso ma anche bianco, che molti produttori avevano abbandonato perché poco richiesto, col risultato che in questo momento c’è più richiesta che disponibilità”, dice Antinori. “E a trainare è soprattutto la fascia alta del mercato, quella che aveva sofferto negli ultimi anni”, aggiunge Ricasoli.
Le vendite di Chianti stanno aumentando mediamente del 10% rispetto all’anno scorso, quando già avevano incamerato un incremento analogo rispetto al 2005. il prezzo del vino sfuso, a sua volta, è in salita del 10-15% e, come sottolinea Pallanti, “oggi non è possibile acquistare una bottiglia di Gallo Nero per meno di 8-9 euro. Ma la cosa più importante - continua - è che migliorano anche la qualità del prodotto e i margini delle imprese, grazie ai nuovi vigneti da 6mila piante entrati in produzione”.
Il sole torna dunque a splendere sul Chianti e la propensione a investire nel settore vitivinicolo, sostenuta nell’ultimo decennio, non accenna a diminuire: “Oltre il 25% degli imprenditori dell’area ha progetti per acquistare macchinari, realizzare cantine o rinnovare le vigne”, conferma Cesare Mencattini, responsabile Centro imprese della divisione di credito agrario recentemente creata da Banca Cr Firenze (gruppo Intesa San Paolo).
All’orizzonte, però, si profilano nubi sotto forma di progetto europeo per liberalizzare l’impianto dei vigneti, dopo il 2013. Una prospettiva che potrebbe portare da 17 a 35mila gli ettari a vigna del Chianti e da 7 a 10mila quelli del Gallo Nero. “Sarebbe una sciagura - dice il presidente del Consorzio Chianti classico - perché noi puntiamo sul rafforzamento delle denominazioni e dei territori, mentre la proposta europea va nella direzione di spingere i marchi. Chi ha un nome forte, come il Gallo Nero, non deve temere molto - aggiunge - ma cosa ne sarà dei piccoli produttori?”. Più possibilista Antinori: “Il progetto in discussione a Bruxelles ha luci e ombre - sottolinea - non dimentichiamoci però che il protezionismo appartiene al passato e che oggi dobbiamo tuffi confrontarci con un mercato globale. Credo che sia inevitabile andare verso la liberalizzazione del settore - conclude - anche se magari è auspicabile che accada con una certa gradualità”.

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