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Il Sole 24 Ore

Il Brunello va sulla Muraglia ... Montalcino. Il Consorzio con La Regione vuole conquistare La Cina... Il Brunello punta alla muraglia. E da Montalcino si preparano a conquistare la Cina. “Vogliamo provare a seminare la cultura del vino - dice il Presidente del Consorzio del Montalcino, Francesco Marone Cinzano - Adesso c’è ancora poco, ma siamo fiduciosi perchè per ora c’è un mercato di nicchia molto piccolo”. Così si stanno preparando le valigie per Shangai, dove, naturalmente, il consorzio non andrà da solo.
“Lo faremo in collaborazione con la Regione Toscana - aggiunge il direttore dello stesso consorzio, Stefano Campatelli - che sta aprendo una scuola del vino proprio a Shangai. Il tutto è organizzato dall’agenzia per la Promozione della Regione. Stime per quello che riguarda il mercato della terra del Dragone non se ne fanno. “Pensiamo a poche migliaia di bottiglie - aggiunge il direttore del consorzio - qualcosa che si avvicini allo 0,1% dei ricavi della nostra associazione”. Fatturato, appunto, che è di circa 140 milioni di euro. Le prospettive del 2007, vale a dire la vendita dell’annata 2002, va bene ma non è di quelle che lasciano il segno. “L’annata 2003, quella in commercio dal prossimo gennaio, sarà certamente migliore - sottolinea Campatelli - ma il massimo arriverà nel 2009 (annata 2004) che sarà strabiliante”.
Per ora strabiliante è l’amore degli americani che ormai non possono più “separarsi” dal Brunello: una bottiglia su quattro del celebre vino prodotto a Montalcino viene infatti stappata negli Stati Uniti, e il mercato a stelle e strisce da solo assorbe il 25% dell’export. E proprio la domanda estera rappresenta una fetta importante del giro d’affari del distretto di Montalcino, tanto che su oltre sei milioni di bottiglie prodotte nel 2006, ben il 60% viene venduto sui mercati internazionali. Oltre all’America, mercato di riferimento per il Brunello dove l’anno scorso la domanda ha superato quota 1,5 milioni di bottiglie, buone performance di vendite le hanno spuntate Germania (9% del mercato), Svizzera (7%), Canada (5%), ma anche Inghilterra (3%) e Giappone (3%). Accanto ai “colossi” si vanno poi affermando, anno dopo anno, anche nuove mercati emergenti che vanno apprezzando sempre più i prodotti di Montalcino. Succede così che il Brunello incontra crescenti richiesti e apprezzamenti anche nel Nord Europa, con Svezia e Danimarca in testa, e nell’Est Europa, in Russia, Polonia e Romania.
In America Latina la prima destinazione del Brunello di Montalcino è il Messico, seguita da Panama e Venezuela e Brasile. Nell’estremo Oriente arrivano, complessivamente, il 2-3% delle vendite di Brunello con Corea in testa seguita da Cina e India, destinate a raddoppiare la loro domanda nel corso del prossimo biennio. Bene anche la ricca Dubai dove il Brunello è molto richiesto nei ristoranti di gran lusso. Quel che non vola all’estero è invece tutto dedicato al mercato interno per la gioia degli enoappassionati italiani. Montalcino da solo assorbe il 17% della produzione (di cui l’8% con vendita diretta in azienda), il resto della Toscana il 7%, il 6% va nel resto del Centro Italia, l’8% nel Nord Italia, mente nel Sud Italia solo l’1%. Oltre a sua maestà il Brunello la produzione divini di Montalcino annovera il Rosso di Montalcino Doc (4,6 milioni di bottiglie), il Moscatello Doc (quasi 92mila bottiglie), i vini bianchi e rossi della Doc Sant’Antimo (500.000 bottiglie), i “supertuscans” (500mila bottiglie) e i vini Igt (3 milioni di bottiglie). Dalle vinacce di Brunello si producono inoltre 250 mila bottiglie di grappa. In tutto il territorio operano complessivamente 250 produttori, di cui 200 imbottigliatori. Il 100% dei produttori - unico caso in Italia - sono iscritti al Consorzio del Brunello, l’organo di tutela e di controllo del vino di Montalcino.
Complessivamente su 3000 ettari di vigneto ben 2000 sono iscritti all’albo del Brunello. Intermini di superfici vitate, la dimensione delle aziende è per il 22% inferiore a un ettaro per 1129% compresatrale3 ettari, iI5% tra3 e5etta- ri, un altro 15% tra 5 e 15 ettari, 9% si colloca tra 15 e 100 ettari, mentre solo l’1% delle aziende sopra i 100 ettari di vigneto; il 9% sono imprese esclusivamente commerciali.

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