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Il Sole 24 Ore

Con la Ue vince il modello dell’alleanza ... La collaborazione tra consorzi ha fatto promuovere 13 progetti agroindustriali... Il made in Italy alimentare cambia strategia e l’Unione europea lo promuove. Risultato, su 4l progetti ammessi ai finanziamenti per la promozione all’estero, l’Italia ne ha piazzti 13, con un budget di 34 milioni, un terzo del totale. Cinque volte di più dei 7 milioni ottenuti nel 2006. Un successo costruito su una svolta strategica e culturale; superando i vizi che avevano intralciato negli anni passati il buon esito delle proposte italiane: la piccola dimensione progettuale la monosettorialità delle iniziative (spesso monoprodotto) e la mancanza di interazione con altri Paesieuropei.

Soddisfatto il ministro delle Politiche agricole alimentari, Paolo De Castro “Amministrazione e imprese, una volta tanto, hanno fatto gioco di squadra, portando l’Italia al primo posto nell’utilizzo dei fondi. Siamo stati sempre criticati per aver portato una miriade di programmi, spesso monoprodotto e senza interazione con i partner europei. Questa volta è stata attivata una stretta collaborazione con la Commissione. E un’opportunità per incrementare l’export alimentare di qualità”. Il cambio di passo è misurato anche dalle numerose iniziative che vedono l’aggregazione tra prodotti del made in Italy, ma anche con le specialità alimentari dei partner europei.
Le iniziative approvate sono cofinanziate al 50% dalla Ue, per il 20% dagli Stati membri e per il restante 30% delle organizzazioni professionali. Due i possibili ambiti di azione: mercato comunitario e Paesi terzi. Emblematico, in questa logica, il programma triennale di Assomela, che coinvolge anche i produttori dl Francia e Olanda, uniti dall’obiettivo comune di incrementare i consumi di mele in Europa. Per farlo avranno a disposizione circa 11 milioni di euro (3,8 la parte italiana). La stessa filosofia riunisce in un Consorzio ad hoc due brand come Prosciutto di Parma e Parmigiano Reggiano, gemellati con l’Istituto portoghese per i vini Doc Douro e Porto. ll target in questo caso è il mercato giapponese, con un budget di milioni. Per l’ortofrutta, i mercati strategici sono Usa, Giappone e Russia: il progetto, che avrà a disposizione 4,1 milioni, sarà gestito dal Cso (Centro servizi ortofrutticoli) di Ferrara.

Nel gioco delle alleanze rientrano anche altri simboli dei prodotti Dop, come Prosciutto San Daniele e Grana Padano, che mirano a una strategia comunicativa forte (3,5 milioni previsti) nei mercati francese e tedesco. Maniche del progetto “Pecorino toscano” che mette insieme un ricco paniere: dal lardo di Colonnata alle castagne, dal fagiolo di Sorana al miele. Forte interesse infine per i mercati emergenti, come India e Cina. E li (oltre che in Russia) che si svolgerà la promozione dei vini europei (3,8 milioni) targata Unione italiana vini, con Veronafiere come soggetto attuatore.

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