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Il Sole 24 Ore

Riforma del vino all’ultimo round ... Si prospetta un negoziato complesso, per il ministro delle Politiche agricole Paolo De Castro, nel rush finale sulla riforma dell’organizzazione comune di mercato del vino, che prenderà il via lunedì a Bruxelles.
Punto centrale sarà la necessità di salvaguardare un livello accettabile di aiuti ai mosti, utilizzati in Italia per aumentare la gradazione di alcuni vini. Un’esigenza resa più impellente dal fatto che è ormai acquisito che sarà mantenuta la possibilità per i Paesi Ue del centro-nord di continuare ad aggiungere saccarosio.
Il commissario europeo all’agricoltura, Mariann Fischer Boel ha lanciato un appello perché si arrivi al Consiglio agricolo della settimana prossima a un “buon accordo” su “una riforma coraggiosa. Siamo realisti - ha avvertito l’ex ministro danese - su molte delle mie proposte iniziali ho dimostrato grande flessibilità, ma non permetterò che siano così annacquate da levare ogni sapore e valore al risultato finale”. Proprio il cambiamento di prospettiva sullo zuccheraggio, effettuato dalla Fischer Boel e dal presidente di turno portoghese, Jaime Silva, hanno però complicato la posizione negoziale dell’Italia. Dopo aver sbandierato per mesi la necessità di vietare l’aggiunta nel vino di zucchero, la Fischer Boel ha dovuto prendere atto che un’ampia maggioranza di 20 Paesi Ue restava a favore. Al tempo stesso, il commissario continua a resistere all’ipotesi di mantenere un robusto sussidio all’addizione di mosti, che per l’Italia vale 90-95 milioni di euro l’anno.
L’aiuto all’arricchimento con mosto “non può continuare allo stesso livello e allo stesso modo: è antiquato, inefficiente, costoso e crea distorsione dal punto di vista commerciale” ha ribadito la Fischer Boel intervenendo all’Europarlamento, nel dibattito sulla riforma del mercato del vino di cui è stato relatore l’italiano Giuseppe Castiglione (Fi). Il commissario ha comunque riconosciuto pure l’importanza di mantenere l’equilbrio tra i produttori del sud e quelli del nord.
De Castro, in ogni caso, ha appena avvertito che il voto favorevole dell’Italia alla riforma non è da considerare scontato. “Stiamo valutando l’ipotesi di un eventuale voto negativo dell’Italia se non si riuscirà a migliorare il testo soprattutto sul punto del divieto zuccheraggio” ha chiarito il ministro, parlando giovedì sera a Roma. “L’Italia - ha detto De Castro - intende almeno ridurre la quantità di gradi di alcool che si possono aggiungere al vino con lo zucchero”.
Altri punti negoziati sensibili del negoziato per l’Italia, riguarderanno i diritti d’impianto, che si vogliono mantenere sotto controllo in particolare nelle zone doc (mentre la Fischer Boel vuole fissare una “scadenza ultimativa”), e l’etichettatura. Probabile che su quest’ultimo punto il nostro Paese strappi un’ampia deroga nazionale alla novità di indicare denominazione e annata sul vino da tavola, ottenendo di escludere i vitigni a scarsa diffusione e quelli che potrebbero indurre in confusione il consumatore. Resta tutta da combattere, invece, la difficile battaglia per salvaguardare gli aiuti alla distillazione dei sottoprodotti.

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