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Il Sole 24 Ore

Trattativa a oltranza sulla riforma Ue del vino ... Zuccheraggio, l’Italia chiede compensazioni
maggiori... Continuavano a oltranza nella notte, ieri a Bruxelles, i negoziati tra i 27 ministri europei dell’Agricoltura sulla riforma dell’organizzazione di mercato del vino in Europa. E nella migliore tradizione delle maratone agricole, al di là dei principi proclamati, era la spartizione di fondi comunitari l’ultimo nodo cruciale da sciogliere, cercando di rispettare anche i risicati margini di bilancio posti dal commissario europeo all’Agricoltura Mariann Fischer Boel e avallati dal presidente di turno portoghese dell’Ue, Jaime Silva.

Nel corso di tutta la giornata i tormentati negoziati sul vino si alternavano con le altrettanto complesse trattative di fine anno sulle quote di pesca, rendendo ancora più laborioso tagliare il traguardo. Sul vino per l’Italia la priorità a questo punto era di riuscire a strappare 60 milioni di euro aggiuntivi per finanziare gli aiuti al mosto concentrato, al di là degli oltre 300 milioni l’anno in media di dotazione nazionale destinati all’Italia dalla bozza di riforma dal 2009 al 2015. Una richiesta giustificata dalla reintroduzione della possibilità di aggiungere zucchero, concessa da Commissione e presidenza Ue ai Paesi del centro-nord d’Europa. Infatti la possibilità di aggiungere saccarosio per aumentare il grado di un vino è equiparabile negli effetti alla pratica in di addizionare mosto concentrato, anche se l’aggiunta di zucchero costa solo un terzo.

Tradizionalmente, i Paesi dell’Europa meridionale, e soprattutto l’Italia, producono mosti concentrati e li esportano nei Paesi produttori dei Paesi centro-settentrionale, per “tagliare” i vini locali che altrimenti non raggiungerebbero la gradazione alcolica minima necessaria. Finora, Bruxelles permetteva la pratica dello zuccheraggio (che però resta proibita in Italia), e assegnava, incontro-partita, un aiuto finanziario ai produttori di mosto pari a circa 132 milioni di euro all’anno, che andava in gran parte all’Italia. Ora la proposta sul tavolo prevede di limitare l’aumento di gradazione effettuabile con queste pratiche. Per il ministro delle Politiche agricole Paolo de Castro era perciò in atto lo sforzo di recuperare almeno metà degli aiuti originari, visto che una parte erano già stati inelusi nella dotazione finanziaria italiana.

Altro punto importante per la delegazione italiana rimaneva il prolungamento nel tempo della distillazione per i sottoprodotti, riammesso per tre anni dalla prima bozza di proposta. Ma le richieste italiane si intrecciavano con quelle dei francesi, che esigevano il mantenimento della distillazione di crisi e di prolungare la durata dei diritti d’impianto (che la prima proposta di Bruxelles vuole liberalizzare dal 2013 e dal 2015 anche a livello regionale), e degli spagnoli che volevano pure potenziare la propria dotazione di fondi nazionali. E il punto di equilibrio rimaneva difficile da trovare.

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