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Il Sole 24 Ore

Palazzo Strozzi cerca sponsor negli Stati Uniti ... Fondazioni. Al via l’associazione per la ricerca di fondi... Palazzo Strozzi cerca finanziamenti in America. E i vertici della Fondazione culturale fiorentina chiedono che anche l’Italia adotti un regime fiscale più favorevole per chi investe nel settore. “È opportuno detassare il contributo dei privati alle attività culturali”, dicono Lorenzo Bini Smaghi e Leonardo Ferragamo, presidenti rispettivamente della Fondazione e dell’Associazione partners di Palazzo Strozzi, nuovo motore della cultura nel capoluogo toscano.
“L’arte è un volano per l’economia - dice Ferragamo -. Se l’Italia adottasse un regime fiscale di tipo americano i privati si impegnerebbero sempre più in questa direzione”.
Per Bini Smaghi “una normativa che favorisse l’intervento dei privati permetterebbe un consistente risparmio alle casse pubbliche, oltre a produrre effetti positivi in termini di risorse e conoscenze per quanto riguarda i progetti”.
L’esperienza della Fondazione Palazzo Strozzi, partita un anno e mezzo fa con il contributo delle istituzioni locali (Comune, Provincia e Camera di commercio di Firenze) e di un pool d’investitori privati {una ventina per adesso), è già un modello di successo e spinge Bini Smaghi e Ferragamo a guardare fuori dai confini nazionali. Proprio negli Stati Uniti, l’Associazione partners di Palazzo Strozzi ha appena aperto una sede con l’obiettivo di fare fund raising, cioè di cercare finanziamenti per la Fondazione guidata da James Bradburne che, dopo il successo della mostra su Cèzanne ha confermato l’obiettivo dei 300mila visitatori all’anno e presentato un ambizioso programma fino al 2011 (prossimo appuntamento: i capolavori della Cina, in calendario dal 7 marzo).
Ai primi 11 soci fondatori (Ferragamo finanziaria, Fingen, Gucci, Rocco Forte, Intesa Sanpaolo, The Boston consulting group, Banca Toscana, Eni, Saatchi & Saatchi, Emilio Pucci e American Express), se ne sono aggiunti nei mesi scorsi altri sei sostenitori (Nuovo Pignone, Enic, Target corporation, Banca cooperativa del Chianti fiorentino, Aeroporto di Firenze e Wine families che raccoglie i gruppi Antinori, Frescobaldi, Mazzei e Folonari).
Il fronte dei privati assicura alla Fondazione Palazzo Strozzi complessivamente 1,280 milioni all’anno (centomila euro per ogni socio fondatore e 30mila per i sostenitori).
Altri 2,4 milioni a esercizio li mette lo schieramento delle istituzioni (1,6 gli Enti locali e 0,8 la Camera di commercio). Il resto viene dall’attività della Fondazione (mostre, eventi, gestione dei servizi). Con i conti rigidamente sotto controllo.
“Per l’Italia il modello è inedito - sottolinea Bini Smaghi -. Mette insieme soggetti pubblici e privati, con una governance indipendente e un controllo stretto su budget e bilanci. Palazzo Strozzi non spende più dei mezzi disponibili e su 8 milioni di budget annuale, solo 1,6 sono finanziati dal contribuente - aggiunge-. Si tratta di un risultato eccezionale, che ci pone all’avanguardia in Europa”. Per l’economista fiorentino, membro del board della Banca centrale europea, insomma, la “scommessa partita un anno e mezzo fa può dirsi vinta”.

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