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Il Sole 24 Ore

“L’economia soft salverà il territorio” ... “La lotta alle emissioni di anidride carbonica intrapresa dall’Unione europea, con i limiti sempre più stringenti posti agli Stati, non deve essere vissuta come una zavorra alla competitività delle nostre imprese ma come un’occasione, invece, per puntare sempre di più sulla ricerca e sull’innovazione”. Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati oltre che esponente del Partito democratico (ora alle prese con la crisi di Governo), è stato anche il fondatore di Legambiente. Ricorda che con il Protocollo di Kyoto non va ripetuto l’errore commesso da alcune aziende, che per abbattere il costo del lavoro hanno delocalizzato.

“La dimostrazione è che le imprese che sono riuscite a ristrutturarsi, senza concentrare la propria attenzione solo sul prezzo ma anche sulla qualità, oggi sono i veri campioni del made in Italy”. Così quella dell’ambiente può diventare anche e prima di tutto una sfida per la crescita delle aziende italiane. Per questo Realacci ricorda come gli incentivi automatici, già previsti nella Finanziaria 2007, ora saranno arricchiti da nuovi strumenti. Alla riduzione del cuneo fiscale, al credito di imposta sugli investimenti nel Mezzogiorno e sul 15 per cento dei costi di ricerca oggi, nella Finanziaria 2008, si aggiunge l’innalzamento al 40% della quota detassata per le spese in ricerca e in collaborazioni con le università (fino a 50 milioni di euro).
Verranno inoltre introdotti due nuovi incentivi alla creazione di start-up innovative: le buste paga dei loro ricercatori saranno esentate per otto anni dagli oneri sociali e per tre anni quelle del resto del personale. Tutto ciò che è immateriale (ricerca e innovazione) - va avanti Realacci - arricchisce le nostre capacità di difesa e del territorio”.
E per il fondatore di Symbola la questione della qualità è la chiave per far emergere un’economia leggera, la soft economy, che si fonda sui saperi e sul saper fare. Che ripercorre la tradizione italiana, dal turismo all’agricoltura, fino ai talenti portano idee nuove nell’industria. Come quell’energia rinnovabile e non inquinante dove è l’intelligenza che sposta verso l’alto la catena del valore, in modo da produrre ricchezza manipolando meno risorse e migliorando la qualità dell’ambiente e dello stile di vita. La sfida è quella di far vincere l’Italia migliore, quella della biodiversità, dell’eccellenza enogastronomica e delle microimprese del Nordest, internazionalizzate a tal punto da essere ai primi posti della competizione del mercato globale.
E invece riuscire a superare “grazie ad un nuovo patriottismo dolce” le pesantezze e le inefficienze della burocrazia e rompere le catene della criminalità...

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