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Il Sole 24 Ore

Vendemmia “attività occasionale” … Il ministro Damiano prepara la riforma dell’occupazione stagionale… Imprese agricole da un lato e sindacati dall’altro. L’ipotesi di introdurre il ticket per regolare il lavoro occasionale in agricoltura, per esempio la vendemmia o la raccolta delle olive, ha spaccato le parti in causa ancora prima di cominciare a discuterne. La proposta a cui sta lavorando il ministero del Lavoro non è ancora definita, e tuttavia già emerge il fatto che non vi sarebbero aspetti condivisi dall’una e dall’altra parte.
A provocare il dibattito, per ora a distanza, è stato il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni che, al convegno sull’Occupazione in agricoltura alla Fiera Agricola di Verona, ha detto di avere chiesto al ministero “di applicare ai lavori stagionali agricoli, a cominciare dalla vendemmia, il regime previsto dalla legge Biagi per i lavoratori occasionali”. Per Vecchioni “un simile sistema avrebbe molteplici effetti positivi sui costi e sugli adempimenti a carico delle imprese”. Sulla stessa lunghezza d’onda la Coldiretti, che considera “il ticket per la vendemmia un risultato acquisito in sede di concertazione che però occorre non solo rendere effettivo ma estendere a tutte le imprese e a tutte le campagne di raccolta”. Di tutt’altro avviso i sindacati, la cui posizioni presentano comunque delle sfumature.
Per il segretario generale della Uila-Uil, Stefano Mantegazza, “il lavoro occasionale sperimentale è una buona cosa, a patto che il datore lavoro non sia un imprenditore agricolo e l’azienda non abbia i requisiti necessari per essere impresa agricola. Diversamente, non si può pensare di trasformare il lavoro dipendente a tempo determinato in una attività mal pagata e fuori da ogni controllo”.
Gli fa eco il segretario nazionale della Fai-Cisl, Armando Zanotti, secondo il quale “la legge 30 (legge Biagi) prevede, sì, la regolamentazione del lavoro occasionale; attenti però a non usare questa opportunità per aggirare gli obblighi che regolano l’attività delle imprese agricole”. Anche perchè “va detto che il lavoratore agricolo - osserva il responsabile del dipartimento lavoro della Flai-Cgil, Gino Rotella - matura i diritti di tutela previdenziale e assistenziale dal 51° giorno di lavoro in poi. Sotto resta un disoccupato perenne. Per questa ragione e non per motivi ideologici noi della Flai-Cgil diciamo no a questa ipotesi del ticket in agricoltura”.

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