02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il Sole 24 Ore

“Un anno di formazione poi gli stage all’estero” ... Parla Nicoletta Gargiulo, premio sommelier Berlucchi 2007... Nicoletta Gargiulo, 32 anni, di Massa Lubrense è la migliore sommelier d’Italia. Solo un’altra donna nel 1987 era riuscita a ottenere questo titolo in cinquant’anni di vita del Trofeo Guido Berlucchi. Diplomata “Tecnico delle attività alberghiere”, Gargiulo ha conquistato il diploma di sommelier nel 2002, quindi il titolo di Degustatore Ufficiale nel 2004. Dal 2005 è “Relatore per le regioni Piemonte e Valle d’Aosta”, ossia è abilitata all’insegnamento. Ha lavorato per quattro anni a Napoli come “chef sommelier” nel famoso ristorante stellato “Don Alfonso 1890” a Sant’Agata sui Due Golfi e poi al Ristorante Casa Scola di Gragnano (Napoli).

Come si diventa sommelier?

Frequentando i corsi dell’Associazione italiana sommelier o quelli della Federazione Italiana sommelier. Generalmente la formazione standard iniziale si articola in tre livelli e dura, complessivamente, dai nove mesi all’anno.

Ed è sufficiente per diventare un buon professionista?

No, l’aggiornamento costante è fondamentale perché il mondo del vino è in continuo cambiamento. Bisogna frequentare i corsi di specializzazione che permettono l’abilitazione a degustare, i seminari e soprattutto i tour enogastronomici. Per un sommelier di livello è poi molto importante andare all’estero, fare esperienze formative negli altri paesi. Mentre per i giovani che si affacciano alla professione è necessario svolgere dei tirocini per affinare il servizio.

Ma cosa studia esattamente un sommelier?

Gli insegnamenti tecnici vanno dalla chimica, all’enologia, all’enografia internazionale, la conoscenza cioè del patrimonio vitivinicolo internazionale. Ci sono poi le tecniche di degustazione e quelle di abbinamento vino-cibo.

Quali sono le doti necessarie per riuscire in questo campo?

Innanzitutto il sommelier è una persona curiosa, che si mantiene aggiornata, che viaggia in lungo e in largo e fa nuove scoperte in continuazione. Ma è anche portata per la comunicazione:
spesso con i clienti importanti conta quello che dici ma ancora di più come lo dici. L’obiettivo è saper suggerire senza mai diventare saccenti.

E un lavoro che si sente di consigliare a un giovane?

Sicuramente sì, c’è molta richiesta da parte del mercato soprattutto in quelle zone dove c’è una buona concentrazione di ristoranti “stellati” Michelin. Lo stipendio può arrivare anche a 2mila euro.
Gli obiettivi per il futuro?

Sono molto contenta perché ho appena firmato il contratto con un ristorante del mio paese, il Relais Blu. Una scommessa su cui conto molto. Tra l’altro lo scorso anno ha ricevuto la menzione per prendere la prima stella Michelin.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su