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Il Sole 24 Ore

Altri mille falsi sono in circolazione ... Strategie. Servono ancora i sistemi di garanzia?... La farsa intorno al parmesan - termine con il quale, da anni, viene contrabbandato il falso parmigiano reggiano in Europa e in particolare in Germania, ma anche e soprattutto negli Stati Uniti, in Australia, in Sud America - ha avuto un suo epilogo, degnò delle comiche finali. La Corte di Giustizia ha emesso la sua sentenza degna di Ponzio Pilato sull’inadempimento di uno Stato Ue, la Germania, che non ha sanzionato l’uso illegittimo di una Denominazione di origine protetta (la Dop del parmigiano reggiano), per formaggi prodotti nel territorio tedesco con il nome “Parmesan”.

È evidente che l’assonanza del nome, la forma identica del parmigiano a quella del parmesan sono una truffa al consumatore sprovveduto che, acquistando il formaggio made in Germany, pensa di portarsi a casa il famoso parmigiano, magari assaggiato e acquistato in Italia.
Ebbene la Corte di Giustizia europea ha riconosciuto la non genericità del termine Parmesan che può venire usato solo dai detentori della Dop parmigiano reggiano ma non ha condannato la Germania in quanto uno Stato membro, secondo la Corte, non è tenuto ad intervenire d’ufficio per la protezione della denominazione.
Un precedente davvero pericoloso per il futuro delle Denominazioni perché il mancato obbligo agli Stati membri di far rispettare una normativa, varata dalla stessa Ue, mette in pericolo di imitazioni, quei prodotti Dop minori per giro economico e notorietà, che non sono in grado di controllare i vari mercati.
Non solo: a quanto pare in Europa già circolano nuovi figli illegittimi del parmigiano reggiano:
il Parmesello, il Rapisan, il Parma, il Pasgrasan.
Insomma non c’è pace per questo nostro giacimento gastronomico. Viene da chiedersi chi controllerà il Parmesan, prodotto in Germania, ma esportato sui mercati d’oltreoceano. E questo non è che un primo problema.
In realtà la Commissione Ue, nonché la Corte di Giustizia, non hanno alcuna legittimità nell’intervenire su quanto accade fuori dei confini comunitari. Di conseguenza il Parmesan prodotto in grandi quantitativi in Australia, visibile nei negozi più “in” di delicatessen di New York o di Los Angeles o di Montreal o di Toronto. Non potrà venire bloccato, nonché il Regianito argentino, il Reggiano e Parmesano in Sud America, il Parmeson in Cina.
Una contraffazione che colpisce anche altri prodotti quali il Grana Padano, che diventa Grana Pardano, Grana Padona e ancora è possibile acquistare il provolone del Wisconsin, la mozzarella del Minnesota, etc.
La lista si allunga con i salumi: dal prosciutto Parma al san Daniele, ai salami milanesi, alle soppresse. L’origine territoriale trova sempre meno difese a livello di commercio mondiale a causa dei giganti dell’economia mondiale - Stati Uniti, Cina, Australia - pronti a sfruttare, con qualunque mezzo, compreso il non rispetto delle Denominazioni comunitarie, i mercati lasciati sguarniti dalla scarsa presenza europea e soprattutto italiana. Infatti l’imitazione dei prodotti è un chiaro segno di un’offerta carente di fronte ad una domanda in grande crescita.
L’interrogativo, anche di fronte a questa sentenza della Corte di Giustizia, è se le Dop e le Igp hanno ancora un valore in un sistema sempre più globale e sempre più irrispettoso delle regole di Stati che vogliono difendere l’origine quali l’Unione Europea.

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