Ostriche, che lambrusco! ... Le scoperte dell’acqua calda. Così possono venir definite notizie come quella riportata la scorsa settimana da un prestigioso quotidiano italiano riguardo all’abbinamento delle ostriche con il vino rosso a Parigi, o quella del vino rosso servito freddo, pubblicata nel luglio 2006 da un altro prestigioso quotidiano italiano. Il fatto bizzarro è che queste “scoperte dell’acqua calda” sono state pescate da articoli di quotidiani e riviste americane e inglesi, sempre attente a Parigi e Londra, pronte invece a snobbare l’Italia.
Se a Parigi hanno all’improvviso mollatolo champagne da abbinare alle ostriche, come sostiene la stampa americana, sostituendolo con il vino rosso, hanno spudoratamente
imitato un matrimonio, made in Italy, in voga da anni, ovverosia l’afrodisiaco mollusco con il Lambrusco grasparossa.
Insomma si può ben sostenere che Parigi si rifà a Modena con diversi anni di ritardo, da quando in un convegno sul rosso frizzante venne lanciato lo slogan “lo scambio delle coppie” (a me il copyright!). Da allora diversi produttori (in primis Cavicchioli, Bellei, eccetera) hanno sposato l’abbinamento promuovendolo, come lo chef di punta della città, Massimo Bottura. Ma Modena ha in comune con la Francia un altro bizzarro accoppiamento vino-cibo. Negli anni 80 il primato di consumo di champagne (nientemeno che lo straordinario Krug) in un locale non apparteneva al blasonato Maxim’s o alla Tour d’argent, bensì a un’osteria modenese, così come mi dichiarò Remi Krug, durante un’intervista. Non mi volle indicare il nome, ma, dopo anni, ho scoperto che l’osteria era nelle vicinanze del mercato del bestiame, frequentato da allevatori, mediatori e commercianti, amanti dell’abbinamento della mortadella, appunto, con il famoso champagne. Da cui nel tempo è nato appunto “lo scambio delle coppie”, ovverosia il lambrusco grasparossa (Modena e provincia) con le ostriche (made in France) e lo champagne (made in France) con la mortadella, di cui nella provincia di Modena ci sono ottimi produttori (Favola di Palmieri, Villani, eccetera). Che bello sarebbe ci copiassero anche questo accoppiamento così potremmo scrivere in futuro che la mortadella è diventata madame o miss, spogliata dal cappellino di carta di muratore da un magnum di bolle di Reims.
A dir il vero però mi spunta un malizioso sospetto sull’abbinamento ostriche con i rossi di Francia. Che la moda sia in realtà un artifìzio di mercato, congegnato dai mercanti di vino franco-americani di fronte al boom dello champagne, richiesto dai nuovi Paesi ricchi, quindi sempre più sottoposto a una crescita della domanda? Dunque inutile spingerlo sui mercati. E allora perché non inventarsi una moda per far fuori il vino rosso, magari in eccesso di offerta? Ormai il rosso “fresco” è una norma sul pesce in Italia, così come in Francia (presto arriverà anche negli Usa... copiano tutto in enogastronomia, come i giapponesi in altri campi!) mancava solo l’abbinamento con le ostriche, già presente da tempo in Italia. Sinequanon.
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