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Il Sole 24 Ore

Il Brunello all’esame ai autenticità ... Indagine della Procura sulle uve utilizzate - I produttori: tutto in regola... È una tegola pesante quella che, a pochi giorni dall’apertura del Vinitaly, rischia di colpire i produttori di Brunello di Montalcino. Il vino principe dell’enologia nazionale, il cui disciplinare Docg impone che sia al 100% frutto di uva Sangiovese, avrebbe aggirato l’obbligo utilizzando in parte anche vitigni di Merlot, Cabernet, Petit Verdot e Sauvignon,provenienti sempre dal territorio di Montalcino dove normalmente (e in questo caso nel pieno rispetto delle regole) vengono impiegati per realizzare Igt come Moscadello e Sant’Antimo.
Dopo una verifica dell’Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari, la Procura della Repubblica di Siena ha aperto un’inchiesta affidata alla Guardia di Finanza. L’indagine, che ipotizza il reato di frode alimentare e riguarda l’annata 2003 (quella che va adesso sul mercato), sta registrando sviluppi clamorosi, anche se per il momento privi di riscontri definitivi. Almeno sette le aziende fin qui coinvolte, e tra queste ci sono leader come Antinori e Frescobaldi, nelle cui cantine di Montalcino sono bloccate sotto sequestro cautelativo rispettivamente 180mila e 200mila bottiglie di Brunello.
“Ci è stata contestata la presenza di vigneti e uve diversi dal Sangiovese, ma questo è normale perché sui 60 ettari che abbiamo nella zona, 50 sono dedicati al Brunello e al Rosso di Montalcino mentre gli altri 10, coltivati a Merlot e Petit Verdot, servono alla produzione di Igt”, spiega Renzo Cotarella, direttore generale del gruppo Antinori, 135,6 milioni di fatturato nel 2007 (+10%) e 19 milioni di bottiglie vendute per il 55% all’estero. “In attesa di chiarimenti abbiamo bloccato la commercializzazione del Brunello 2003, prima che intervenisse lo stop della magistratura - aggiunge -. Adesso speriamo che i tempi dell’indagine siano rapidi, altrimenti il danno diventerà concreto”.
Il gruppo Frescobaldi, 67,9 milioni di ricavi nel 2007, in linea con l’anno precedente, e 9,7 milioni di bottiglie vendute per il 65% all’estero, controlla 151 ettari iscritti all’albo del Brunello e a Montalcino produce anche dei Super Tuscan con uve Merlot. “Risponderemo alle contestazioni e dimostreremo di essere in regola”, commenta il presidente Leonardo Frescobaldi.
“Siamo preoccupati per l’immagine del nostro vino, ma aspettiamo a dare giudizi affrettati”, dice Stefano Campatelli, direttore del Consorzio che raccoglie i 200 produttori di Brunello (2mila ettari complessivi, 6,8 milioni di bottiglie e 140 milioni di ricavi stimati per quest’anno). “Da una nostra indagine del 2007 sulla purezza dei vigneti, le non conformità riguardavano appena l’l% del totale”, puntualizza.
Il Consorzio è responsabile dal 2004 dei controlli sull’intera filiera del Brunello e, come puntualizza Campatelli, “intende tutelare i vini delle quattro denominazioni del territorio, sorvegliando la correttezza delle procedure e dei comportamenti dei produttori”. La Procura di Siena, intanto, smentisce le voci sul presunto utilizzo di vini da taglio d’importazione. “Tutto falso”, dicono il procuratore capo Nino Calabrese e il suo sostituto Mario Formisano.
Il problema, se c’è, riguarda solo l’impiego non regolamentare delle uve di Montalcino maturate nel 2003. Una tegole che arriva dopo che il Brunello 2002, quello messo in commercio l’anno scorso, aveva subito le conseguenza della pessima vendemmia per colpa del clima, con tagli alla produzione e alla vendita.

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