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Il Sole 24 Ore

Non convince il vino low cost ... Altri controlli ieri dei Nas, sequestrate anche bottiglie “Doc”... I produttori contestano la grande distribuzione che vende brik da 0,6 centesimi... Sugli scaffali delle grandi catene di distribuzione di Milano in questi giorni non c’è traccia di vino confezionato venduto a meno di un euro. Eppure c’è chi ricorda di avere comprato ancora sabato 5 aprile un brik a 0,6-0,7 euro. Pochi centesimi in più si spendevano per la bottiglia da 0,75 centilitri. “Rob-de-matt, se ghera denter-el-vin?”, commenta sconsolato ad alta voce un anziano signore davanti allo scaffale di un discount milanese. Già, “cosa c’era?”, si saranno chiesti tanti altri italiani all’indomani delle notizie dello scandalo del vino sofisticato. A distanza di dieci giorni, la questione sembra apparentemente sotto controllo. E mentre i ministeri delle Politiche agricole e della Salute ribadiscono la tesi del “prodotto vinoso fatto con aggiunta di zucchero e acqua senza rischi per la salute”, gli ispettori del Nas e dell’Icq hanno allargato il perimetro dei controlli a nove altre cantine di diverse regioni, sequestrando l’altro ieri 16 mila bottiglie già pronte per essere spedite. Gli ispettori non hanno rivelato in quale deposito sia avvenuto il blocco, ma hanno spiegato che “le irregolarità sono di natura merceologica e commerciale e riguardano tanto i vini da tavola, quanto Igt e Doc”. Un particolare, questo delle Doc e delle bottiglie, che lascia intendere che la sofisticazione non è stata perpetrata solo utilizzando confezioni in cartone. Che, nella logica delle còse, dovrebbe essere il vino meno costoso in circolazione. “La realtà che si vuole dipingere non è questa. La questione dei prezzi impossibili colpisce tanto il vino in brik quanto il prodotto in bottiglia”, dichiara Sergio Dagnino, direttore generale di Caviro, il colosso della cooperazione che con i marchi Tavernello e Castellino è leader assoluto del canale con oltre 120 milioni di confezioni l’anno. “Vendere vino sotto un euro - aggiunge Dagnino - è impossibile, qualunque sia la forza del distributore o la debolezza del produttore. Il nostro prodotto, per farle un esempio che conosco, si colloca nella fascia alta del segmento ed è a 1,30 al pubblico. Diversamente non potrebbe essere. Mi chiedo come si possano fare offerte a 0,60 centesimi”. Dall’Emilia-Romagna alla Sicilia il commento non cambia di una virgola. Con Salvatore Lipetn, direttore della cantina sociale Settesoli, la più importante della Sicilia produttrice di brik ma anche di una linea di gran pregio come Mandrarossa, che dice: “Due giorni fa sono entrato in un discount di Castelvetrano e ho trovato un vino in brik di una sottomarca a 0,59 centesimi di euro. Com’è possibile vendere a questi prezzi? Il nostro Torre Solada a noi costa solo di vino 0,47 cents, ci aggiungiamo il tappo (o,11), il brik (0,94), il vassoio con pellicola per la confezione da 12 (0.17), i costi finanziari (0,04), la produzione (0,03) e altri costi aggiuntivi arriviamo a 0,74. A noi un litro in brik costa 0,74 centesimi di euro. Vogliamo guadagnarci qualcosa? La distribuzione vorrà i suoi margini? E allora com’è possibile andare sullo scaffale a 0,59 cents? Qui non è questione di promozione o di vendita sottocosto”. La domanda l’abbiamo girata ad alcune grandi catene della Gdo. Ci ha risposto solo Giuseppe Zuliani, uno dei responsabili acquisti del gruppo Conad. “Francamente non so spiegarmi come si possa andare a scaffale a quella cifra - dice Zuliani -. Sui nostri scaffali abbiamo diverse proposte di vino in brik, ma nessuno scende sotto l’euro e dieci. Abbiamo anche un vino in brik a marchio Conad che facciamo fare a una primaria cantina dell’Emilia Romagna e lo cediamo a un euro. A meno ci rimetteremmo”. E allora come si reagisce? “Stiamo raccogliendo elementi per capire l’impatto che hanno provocato le notizie dei giorni scorsi”, risponde il coordinatore delle Centrali cooperative agricole, Paolo Bruni. Gli fa eco il presidente della Federvini Piero Mastroberardino, che rende merito al sistema dei controlli scattati tempestivamente in tutta Italia, sicché questo ha impedito che si perpetrasse un grave danno all’immagine di un settore trainante dell’economia del Paese”. A questo punto l’auspicio del presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni “è che le autorità facciano piazza pulita in modo definitivo di quanti hanno attentato all’immagine del vino italiano”. Intanto gli scambi di vino da tavola alla borsa merci telematica a marzo si sono più dimezzati in valore.


Prezzo Bottiglia 0,75 Merlot IGT:

Prezzo Minimo di vendita: 1,10
IVA 20%: 0,18
Costi e margine della distribuzione: 0,18
Costi di produzione e margine industria: 0,19
Costo bottiglia e imballaggio: 0,27
Costo vino 11° (0,75 l): 0,28

Brick 1 litro vino da tavola:

Prezzo Minimo di vendita: 0,86
IVA 20%: 0,14
Costi e margine della distribuzione: 0,11
Costi di produzione e margine industria: 0,17
Costo brick e imballaggio: 0,13
Costo vino 11° (0,75 l): 0,31

Autore: Nicola Dante Basile

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