Il Sole 24 Ore

Cooperative leader nella fascia “low cost” ... Il 42% del vino prodotto in Italia è firmato dalla cooperazione, con Fedagri-Confcooperative che da sola pesa per il 65% del sistema. Buona parte del rimanente 45% va a beneficio della sistema Anca-Legacoop, che nella fattispecie annovera punte di diamante come il Gruppo Italiano Vini, numero uno in Italia con quasi 300 milioni di euro di fatturato, o come Riunite e Civ & Civ che hanno in corso trattative per una eventuale fusione.
Ma a differenza di Giv, che vanta marchi prestigiosi dell’enologia nazionale ed esporta il 70% delle bottiglie prodotte, il sistema Fedagri non ha rivali per quanto riguarda il mercato nazionale. A Fedagri fanno capo colossi come Caviro che pure in termini di fatturato non scherza (260 milioni) e che vanta marchi come Tavernello e Castellino leader assoluti del mercato del vino in brik che spiega perché il 65% dei vini Fedagri si colloca nella fascia sotto i 3 euro il litro, con un altro 15% allocato a prezzi inferiori a 5 euro.
In un mercato a fasce di prezzo va da sé che Fedagri è leader nel segmento dei primi prezzi (è il settore finito nel mirino dei sofisticatori), ma questo nulla toglie alla funzionalità del sistema. Che conta 429 cooperative (su un totale di circa 600), 152mila soci conferenti (250mila in totale), 5.900 addetti e un valore alla produzione di 2,6 miliardi (su un totale di 43 miliardi).
Di questa enorme impalcatura, la Puglia - fa notare il presidente di Fedagri, Paolo Bruni - è quella che presenta l’incidenza maggiore con 60 strutture produttive, segue il Piemonte (57), il Veneto (49), il Trentino e la Sicilia con 38 cantine e tutte le altre regioni. Ma quanto a fatturato è il Nord a tirare la volata con il 79% del business. “E questo - sottolina Bruni - perchè al Nord prevalgono i vini Doc a maggior valore aggiunto”.