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Il Sole 24 Ore

Il paradosso alimentare ... Un sistema di piccole imprese affronta i rincari delle materie prime e la debolezza della domanda. La grande distribuzione accresce il suo ruolo come interlocutrice diretta dei consumatori... Si presenta con facce diverse l’industria alimentare italiana, a seconda di dove si punti lo sguardo: molto brillante nell’export, ove è riuscita negli ultimi dieci anni - sia negli alimenti sia nelle bevande (vino in primo luogo) - a sfruttare il prestigio crescente della cucina italiana; molto frazionata nella struttura, con pochissime imprese di respiro internazionale. Non dissimile quindi dalle altre grande componenti del made in Italy - dalla moda al design - ove il successo internazionale quasi sempre si coniuga con una fragilità di fondo delle imprese che lo generano. Con una serie di incognite sul suo futuro a breve-medio termine, presa a tenaglia” come si ritrova fra l’eccezionale aumento dei prezzi delle materie prime agricole e la crescente debolezza della domanda mondiale.
L’export del sistema agro-alimentare italiano ha superato nel 2007 i 23,7 miliardi, a fronte dei 15 del 1998: con solo 4,6 miliardi provenienti direttamente dall’agricoltura e più di 19 dall’industria alimentare. Una parte dei 19 è costituita da prodotti “quasi agricoli”, ma una parte sempre più consistente da prodotti viceversa “lontani dall’agricoltura”, per il loro grado di trasformazione e/o per la loro logica di concezione profondamente orientata al mercato. Il caso del vino entra in questa seconda categoria: i produttori - talora provenienti da esperienze economiche completamente diverse - hanno giocato la carta dell’upgrading di qualità, con robuste immissioni di competenze tecnologiche e gestionali, e il valore dell’export è passato dai 2,2 miliardi di euro del 1998 ai dello scorso anno...

I numeri…
23,7 miliardi - L’export del settore agroalimentare. Il business italiano all’estero del 2007. Nel 1998 ammontava a 15 miliardi di euro.
4,6 miliardi - L’export proveniente dall’agricoltura. Più di 19 miliardi di euro derivano invece dall’industria alimentare, compreso il vino che è passato dai 2,2 miliardi di euro del 1998 ai 3,5 del 2007.
5,6 miliardi - Il fatturato della Ferrero. In cima alla classifica delle italiane nel 2006. Seguono Barilla con poco più di 4 miliardi di euro, Parmalat appena sotto i 4, Cremonini con 2,3 e Veronesi con 1,7 miliardi. Superano il miliardo anche le sussidiarie nel nostro Paesi di tre multinazionali: Unilever Italia con 2,8, Nestlé Italia che con San Pellegrino supera i 2,7, Lactalis che attraverso Galbani fattura 1,2 miliardi.
66,8 miliardi - Il fatturato della Nestlé. Prima tra le grandi mondiali. Seguono le europee Unilever con 40,2 miliardi di euro e Danone con 27,7, le statunitensi PepsiCo con 24,9, Kraft con 23,5 e Coca Cola con 18,2 miliardi.

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