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Il Sole 24 Ore

“Cibo sicuro, impegno prioritario” ... Auricchio (Federalimentare): la Ue non escluda le piccole imprese dai controlli... Sugli Ogm le aziende sollecitano un confronto su basi scientifiche - Barilla: da noi solo ingredienti naturali... L’industria alimentare italiana, ritiene la sicurezza un pre-requisito essenziale e investe ogni anno in ricerca e sicurezza 2, miliardi, pari al 2,5% del fatturato, che nel 2007 ha toccato quota 3 miliardi.

Eppure i recenti casi che, a torto o a ragione, hanno portato su] banco degli imputati prodotti eccellenti ma non rispondenti ai disciplinari di produzione se nor addirittura dannosi alla salute sembrano non abbiano insegnato nulla. Quel che è peggio è che a non avere questa sensibilità siano taluni organismi istituzionali. E il caso dell’Ue che ha manifestato l’intenzione di non estendere alle piccole imprese il sistema haccp, che le imprese debbono osservare nel processo produttivo per garantire la sicurezza degli alimenti.

A denunciare questo orientamento è stato il presidente di Federalimentare, Giandomenico Auricchio. Dal palco dell’assemblea che la Federazione ha tenuto ieri nell’ambito del salone Cibus a Parma, Auricchio ha dette che l’industria alimentare italiana “è preoccupata dalla proposta della Commissione Ue di esentare le micro e piccole aziende dall’applicazione dell’Haccp. Si tratta di uno strumento flessibile che può venire adattato alle caratteristiche di ciascuna impresa, sicché la sua applicazione è consolidata a livello globale sull’intera filiera alimentare, sulla base dei precetti del Codex Alimentarius”.

La questione - ha aggiunto il leader degli industriali alimentari - è stata oggetto di riflessione anche con altre organizzazioni quali Federdistribuzione e le associazioni dei consumatori. E tutti hanno manifestato contrarietà al progetto che la Commissione ha sottoposto alla valutazione del Parlamento di Lussemburgo.

Federalimentare ritiene inoltre che in materia di prodotti geneticamente modificati (Ogm) si debba avviare un confronto sincero, coinvolgendo organismi scientifici riconosciuti dall’Efsa, l’Agenzia europea sulla sicurezza alimentare che ha sede a Parma. Una questione, quella degli Ogm, a cui l’amministratore delegato di Barilla, Massimo Potenza, chiude le porte per la semplice ragione che Barila ha già fatto una “scelta della naturalità che esclude nel modo più assoluto aperture ai prodotti modificati”.

E di sicurezza e salute ha parlato l’assessore all’Agricoltura della Regione Campania, Andrea Cozzolino che, riferendosi alla mozzarella di bufala campana Dop, che di recente si è trovata sul banco degli imputati per sospetto inquinamento da diossina, ha detto che “la questione non meritava tanta attenzione, perchè le autorità avevano già individuato i casi sospetti bloccandone la produzione. I successivi controlli a tappeto hanno dimostrato la bontà del prodotto, sicchè oggi la mozzarella di bufala campana è il prodotto più sicuro del mondo”. L’intero settore (2mila allevamenti, 600 caseifici, 80 milioni di chili di mozzarelle di bufala, 1,1 miliardi di fatturato al consumo, di cui il 16% esportato) ha accusato un danno che si è tradotto in un calo delle vendite di circa 35 per cento.

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