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Il Sole 24 Ore

Sanzionato il rifiuto del test etilometrico ... Codice della strada. Il Governo prepara le modifiche... Quasi 22mila automobilisti colti alla guida in stato di ebbrezza, poco più di mille dei quali si sono rifiutati di sottoporsi al test dell’etilometro. Gli ultimi dati della Polizia di Stato dimostrano che la depenalizzazione, introdotta con il decreto Bianchi dell’estate scorsa (Dl 117/07), non ha fatto impennare il numero dei “no” all’esame del tasso alcolico. Intanto, il nuovo governo, come anticipato sul Sole24Ore di sabato scorso, si appresta a varare una serie di misure che mirano a inasprire le pene per chi guida in stato di alterazione da alcol o droga e a reintrodurre il reato di rifiuto.

Ma per il momento, secondo gli ultimi dati, sottrarsi al test significa rischiare di essere puniti due volte, perché quasi metà di coloro che lo hanno rifiutato non sono nemmeno riusciti a evitare la denuncia penale per guida in stato di ebbrezza. Più dubbi i risultati dell’analoga depenalizzazione per gli esami antidroga.

Sono i risultati della prima elaborazione completa della Polizia stradale sugli effetti del decreto Bianchi su alcol e droga alla guida. Sono stati messi a confronto il periodo 4 agosto 2007 (data di entrata in vigore del decreto)-3i marzo 2008 e i corrispondenti periodi dei due anni precedenti. Sono disponibili i soli dati della Stradale stessa, che però è l’organo di polizia che effettua la maggior parte dei controlli su alcol e droga.

A prima vista, sembrerebbe che la depenalizzazione abbia incentivato gli illeciti: il numero assoluto dei rifiuti è salito dai 617 registrati tra il 4 agosto 2006 e il 31 marzo 2007 ai 1.059 del 4 agosto 2007-31 marzo scorso.
Ma i numeri assoluti sono poco indicativi: nell’ultimo anno c’è stato un netto aumento dei controlli, per cui era pressoché scontato che dovessero esserci anche più rifiuti. Il punto diventa allora stabilire la percentuale dei rifiuti in rapporto al totale dei controlli. E qui i risultati si capovolgono: si passa dallo 0,46% del 2005-06 e dallo 0,36% del 2006-07 allo 0,13% del periodo post-depenalizzazione. In altri termini, non si è sottoposto al test solo un guidatore su 742 controllati, mentre un anno fa era uno su 277 e prima ancora uno su 215.
Una smentita per chi pensava che in molti fossero indotti al rifiuto dall’abolizione delle sanzioni penali (che nella pratica quasi mai portano davvero in carcere, ma comportano solo il disagio di finire sotto processo e il rischio di menzione della condanna sul certificato penale), preferendo rimetterci in termini economici con quelle amministrative che sono subentrate. D’altra parte, queste ultime sono tanto alte da apparire”alla portata” solo di chi ha un parco auto nutrito e può permettersi un autista: oltre che pagare almeno 2.500 euro, si è costretti a rinunciare per 180 giorni al veicolo che si stava guidando al momento dell’infrazione (c’è il fermo amministrativo per 180 giorni) e si resta con la patente sospesa per un minimo di sei mesi e un massimo di due anni. Inoltre, non si evita la stessa visita medica prevista quando si accerta l’ebbrezza, per valutare se il soggetto è un “ubriaco abituale”, cui revocare la patente. Evidentemente gli agenti ricordano tutto questo a chi mostra la volontà di sottrarsi al test e i risultati si vedono.

A chi resta riottoso, invece, si tende a riservare il peggior trattamento possibile: si aggiunge la denuncia penale per guida in stato di ebbrezza. È successo a 487 guidatori su 1.059 (46%) nel 2007-2008, a 374 su 617 (60,6%) un anno prima e a 391 su 578 (67,6%) l’anno ancora precedente. Gli agenti lo fanno quando ritengono ci siano elementi sufficienti per il cosiddetto accertamento sintomatico (puzza di alcol, difficoltà di parlare e camminare bene eccetera). Certo, poi occorrerebbe vedere quante denunce resistono al vaglio dei giudici (impossibile saperlo, nel farraginoso sistema giudiziario italiano), ma questa è un’indicazione importante. Anche dal punto di vista prettamente giuridico: le tante modifiche apportate all’articolo 186 del Codice della strada dal Dl 117/07 avevano lasciato il dubbio che l’accertamento sintomatico fosse stato tacitamente abolito, ma evidentemente l’interpretazione della Stradale è diversa.

Molto più limitate le cifre dei controlli sulla droga: non esistono ancora strumenti pienamente affidabili per fare test preliminari rapidi come sull’alcol, per cui si deve ricorrere a esami presso strutture mediche, più laboriosi. Ecco perché qui i controlli da agosto a marzo sono aumentati poco rispetto a un anno prima (anche se non c’è un dato preciso). Però i rifiuti sono più che raddoppiati: da 184 a 390, di cui solo il 10% ha portato anche a denunce per guida sotto l’effetto di stupefacenti. Una percentuale che non stupisce: spesso gli effetti delle droghe sono meno evidenti o più difficilmente riconducibili a esse, per , cui l’accertamento sintomatico è più raro.

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