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Il Sole 24 Ore

Mondavi pioniere nella Napa Valley ... Robert Mondavi, figlio di un immigrato italiano, era il riconosciuto i patriarca dell’industria vinicola americana. Ma la sua scomparsa, a 94 anni in California, segna anche il tramonto della famiglia che ha dato il nome alla rinascita e sviluppo dei vigneti nelle valli di Napa e Sonoma, per lasciare spazio alla crescente globalizzazione del settore. Lo stesso Bob, come amava farsi chiamare, già quattro anni fa, aveva pilotato la sua Mondavi Corporation nella braccia del colosso newyorchese Constellation Brands, il più grande produttore al mondo di vino. Una posizione rafforzata proprio grazie a quell’acquisizione del 2004, che aveva valutato l’impero costruito da Mondavi 1,4 miliardi di dollari.

L’azienda vinicola era nata nel 1966 nel cuore della Napa Valley, diventando subito una pietra miliare, all’avanguardia tanto architettonicamente (per lo stile Mission) quanto come fenomeno di costume, precursore di rivoluzioni nei gusti e nelle abitudini. Gli imitatori si sarebbero moltiplicati nei decenni successivi, trasformando la valle californiana, oltre che in un grande produttore di vini, in destinazione turistica con pochi paralleli. Sotto la leadership di Robert l’azienda crebbe in un gigante dal giro d’affari di mezzo miliardo di dollari l’anno, rivendicando il merito di aver introdotto il vino sulla tavola degli americani e, tra i produttori del Paese, le tecniche vinicole di derivazione europea, antiche e moderne. Tra queste, l’invecchiamento del vino in botti di rovere e le vasche di fermentazione in acciaio inossidabile.

Mondavi dovette superare le resistenze di un clima puritano, imporre un palato per il vino ai consumatori, sopravvivere a faide familiari. Ma la sua eredità è indiscutibile: divenne un’icona imprenditoriale e culturale, parte, secondo il tributo dello stesso New York Times, dello “svezzamento” dell’America e del suo ingresso nell’era del benessere. Tutto era cominciato nel 1936: fresco della laurea in business alla Stanford University, entrò in una piccola casa vinicola a Napa dove suo padre Cesare, originario di Sassoferrato nelle Marche, prima minatore e poi commerciante, aveva una partecipazione. Nel 1940 ne era diventato il responsabile e tre anni dopo, con il fratello Peter, convinse la famiglia a comprare la vicina Krug Winery. Nel 1965, però, la rottura fra i fratelli: Peter accusò Bob di sprechi e frivolezze: il casus belli una pelliccia regalata alla moglie per una cena alla Casa Bianca dei Kennedy. Bob fu estromesso, l’inizio di una lunga battaglia legale finita solo nel 1979 con un risarcimento di cinque milioni di dollari a suo vantaggio.

Fin dalla metà degli anni 60 Robert Mondavi era tornato in sella nella produzione di vini: trovò investitori per comprare un’azienda a Oakville, che sbaragliò la concorrenza. La fama non gli garantì tuttavia longevità nel business. Nonostante avesse quotato l’azienda in Borsa nel 1993, la crescente concorrenza nel settore erose vendite e performance. Lanciò marchi a basso costo come anche prodotti di lusso: diede vita a una joint venture con il barone Philippe de Rotschild, Opus One, che produce uno tra i più cari vini a Napa, oltre 350 dollari a i bottiglia. Ma non seppe evitare dissidi con gli investitori e nella famiglia. Accusò i tre figli di voler produrre vini di bassa qualità e due lasciarono l’azienda. Il declino nel business, alla fine, lo convinse a vendere: prima della scomparsa era ormai diventato presidente onorario della divisione Modavi di Constellation e suo ambasciatore per il vino nel mondo.

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