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Il Sole 24 Ore

Vino, la Doc comunitaria ... L’Italia penalizzata... Vino amaro per il ministro delle Politiche agricole Luca Zaia, che rischia di dover rientrare dalle vacanze molto prima dei suoi colleghi di Governo. Non s’è ancora spenta l’eco del braccio di ferro con Bruxelles sulle quote-latte, ed ecco che sul tavolo del ministro è pronta un’altra grana nel settore del vino. Coinvolgendo l’istituto delle denominazioni d’origine, di cui l’Italia è leader in Europa con 472 denominazioni. La riforma varata a dicembre ed entrata in vigore da due settimane prevede che fra un anno tutte le Docg, Doc e Igt perderanno valore, sostituite dal regolamento sulle Dop. Fin qui tutto concordato. La sorpresa è una strana proposta di Bruxelles d’istituire una nuova menzione di “vino comunitario” da inserire tra i vini Dop e quelli da tavola. Questa menzione sarebbe riservata ai vini provenienti da più Paesi e a suggerirla sarebbe stata la Spagna, con il via libera di Francia e Germania. La prima per dare un futuro ai suoi vini anonimi, la seconda per vitalizzare i “vin de vignoble”. La Germania continuerebbe a esportare più vino di quanto ne produce. L’unico Paese a rimetterci è l’Italia, che non ha bisogno di importare vini da chissà dove.

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