02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il Sole 24 Ore

Giro di vite sulla babele dei divieti ... Zanonato (Anci): “Serve più moderazione, troppe ordinanze curiose e fantasiose”... Sicurezza. A settembre la verifica tra Comuni e Governo sul coordinamento nell’applicazione della norma e il suo finanziamento... “È assolutamente vietato danneggiare o rubare cartelli che recano messaggi di divieto”. Pena, in provincia di Trento, una multa fino a 428 euro. A meno di un mese dalla firma del “decreto sicurezza” del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, che ha ampliato il potere d’ordinanza dei sindaci in materia di sicurezza e decoro pubblico, sono numerose in tutt’Italia le ordinanze attuate o annunciate per i prossimi giorni.
Talmente tante che l’Anci, l’associazione dei Comuni italiani, ha pensato di mettere a punto un portale, on line da settembre, in grado di raccogliere i provvedimenti e ordinarli in un database consultabile da tutti gli enti locali. Lavoro non semplice, considerando che in tutto il Paese i Comuni sono 8.101, e ogni giorno si ha notizia di qualche sindaco che presenta una nuova norma.
L’ultima, in ordine di tempo, è quella che interessa Torino:
“Vietato mangiare e bere per strada e abbandonare i rifiuti prodotti da queste attività”. La sanzione è una multa che va dai 25 ai 500 euro o la denuncia penale. Il provvedimento riguarda le principali vie del borgo di San Salvano, un area ad alta intensità di immigrati in cui “si registrano ripetuti episodi di schiamazzi o comunque di disturbo della quiete e delle occupazioni delle persone”. Commentando l’ordinanza, il primo cittadino del capoluogo piemontese, Sergio Chiamparino, ha sottolineato come “ci siano locali da anni oggetto di interventi dei vigili per la presenza di persone che creano disagio e, a volte, veri e propri attentati alla sicurezza urbana”. I locali, dunque, non potranno fornire bevande da consumare fuori e dovranno prendere una serie di provvedimenti: ingrandire i bagni, dotarsi di cestini esterni per la raccolta di lattine e bicchieri, sorvegliare i clienti che stazionano sul marciapiede. Diversamente rischieranno la riduzione dell’orario di apertura e persino il ritiro della licenza.
Scorrendo la lista dei provvedimenti da nord a sud, in molti hanno paventato il rischio che, sciogliendo le briglie alla fantasia delle amministrazioni locali, si possa giungere al caos normativo. Per evitare la confusione che verrebbe a crearsi a causa di disposizioni diverse da territorio a territorio, il vice presidente dell’Anci, Fabio Sturani, ha ricordato che “si potrà cercare un’uniformità per argomento, senza però arrivare a ordinanze fotocopia”. Il decreto dà ai sindaci nuovi poteri, ma questo, per Sturani, non esclude che le decisioni possano essere coordinate: “In questa prima fase è comunque da mettere nel conto questa situazione, un po’ di fantasia non stupisce e non guasta”.
Nei prossimi giorni dovrebbe tenersi un incontro fra Anci e Governo per decidere come impiegare i 100 milioni di euro stanziati dal decreto Maroni, ma intanto i Comuni continuano a fare da sé. Come Brescia, dove dai primi giorni di settembre diventerà attuativo un pacchetto di ordinanze messo a punto dal vicesindaco, Fabio Rolfi, che prevede, oltre a multe salate per i clienti delle prostitute, il foglio di via per le lucciole ritenute “socialmente pericolose” anche se comunitarie, presidi di guardie giurate in prossimità dei distributori di benzina e possibilità di denunciare per favoreggiamento chi affitta casa per incontri sessuali.
Fra i più perplessi sull’effettiva efficacia del decreto, il sindaco di Genova, Marta Vincenzi, secondo cui l’impostazione data da Maroni “sembra un po’ superficiale, poiché si corre il rischio di creare solo confusione. Non servono più poteri - ha aggiunto - ma più risorse con cui aumentare la presenza e la conoscenza sul territorio”.
Fra i rischi messi in evidenza dal partito dei dubbiosi, quello di mettere troppo sotto pressione le polizie locali, costrette a un superlavoro e a ruoli per i quali mancano conoscenze e specializzazioni.
Ieri nel merito è entrato anche il sindaco di Padova e responsabile Anci per la sicurezza, Flavio Zanonato, che, di ritorno dal meeting di Rimini, ha spiegato al Sole 24 Ore: “La questione è duplice. Innanzitutto bisogna capire quale sia il problema, e in un secondo momento chi sia deputato ad applicare la normativa, poiché non sempre, con la repressione, si possono risolvere situazioni che invece richiederebbero maggiori sforzi nell’educazione alla cittadinanza e nella prevenzione. L’ordinanza, infatti, deve essere commisurata con le esigenze del territorio, ma anche con chi la deve applicare, al contrario tutto si risolve nelle solite grida manzoniane”.
Ma Zanonato ci tiene soprattutto a sottolineare il carattere “sperimentale” del decreto Maroni: “In questo primo mese di operatività abbiamo assistito a ordinanze curiose. Non è però con un provvedimento isolato che un’amministrazione può risolvere situazioni complesse. Se, per esempio, i fedeli musulmani intralciano una strada durante la preghiera, non è vietandone semplicemente la sosta che si può dire di aver cancellato il problema, bisogna anche pensare a una sistemazione alternativa per chi ha il diritto di pregare. Per questo mi auguro un utilizzo molto moderato di questo strumento, e a settembre l’Anci cercherà di dare ai sindaci indicazioni in questo senso. In più, a garanzia della libertà dei cittadini c’è il Tar, a cui tutti si possono rivolgere”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su