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Il Sole 24 Ore

“I particolarismi sono pericolosi, serve una filiera” ... “Dare ordine alle manifestazioni fieristiche secondo una logica di filiera”. Luigi Castelletti, 53 anni, presidente di Veronafiere, polo fieristico fra i più grandi d’Italia, è convinto che, al di là delle partecipazioni azionarie (entro la prossima primavera l’ente scaligero si trasformerà in spa), quello che veramente conta per “fare sistema è creare una filiera”.

Come?

Guardi, siamo entrati con il 34% nell’azionariato della Fiera di Venezia e la città lagunare è un sito ideale per manifestazioni legate al lusso, ma è ottimo anche per grandi eventi che richiedano poco spazio. Venezia è una straordinaria vetrina. Tanto che ci stiamo mobilitando perché altri enti entrino nel capitale societario.

Com’è la situazione nelle altre città fieristiche del Veneto?

C’è Vicenza che, come Verona, ha le dimensioni per essere un polo fieristico. C’è un’importantissima fiera dell’oro ed è normale che, se ci sono delle manifestazioni legate ai metalli preziosi, Vicenza è l’ideale per ospitarle. Meno comprensibile è che Vicenza organizzi a novembre una fiera del vino novello: sarebbe più opportuno che questa manifestazione si trasferisse a Verona dove facciamo Vinitaly. C’è poi Padova, dove il colosso francese Gl Events ha acquistato la maggioranza assoluta della Promotor di Giuliano Cazzola per cinquanta milioni di euro. Ma c’è un altro aspetto rispetto alla logica di filiera.

Quale?

Attualmente, quando si va all’estero a promuovere i nostri prodotti lo si fa in ordine sparso, ognuno per conto proprio, il che diventa anche dispendioso oltre che inutile. Invece, bisognerebbe fare in modo che ci sia coordinamento nel presentare i prodotti, con la Regione Veneto a sovrintendere. È un po’ quello che noi a Verona facciamo da tempo e i risultati continuano a darci ragione.

Vale a dire?

Che chiuderemo i conti 2008 come i migliori della storia della Fiera di Verona, con ricavi vicini a 90 milioni di euro, utili per sette milioni e investimenti per altri 15 milioni di euro. In particolare, il progetto di un nuovo padiglione da 5mila metri quadrati prevede un impianto fotovoltaico su 2mila metri quadrati in grado di produrre una potenza di picco di circa 100 chilowattora, pari alla corrente elettrica annuale necessaria per circa 33 appartamenti.

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