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Il Sole 24 Ore

Export alimentare tutelato dalla qualità ... La crisi finanziaria, ormai estesa all’economia, non risparmierà nessun settore produttivo. Eppure alcuni potrebbero risentirne meno di altri. Uno di questi, secondo il sottosegretario allo Sviluppo Economico Adolfo Urso, è senz’altro l’agroalimentare. Urso, nei giorni scorsi a Parigi per accompagnare la massiccia presenza italiana al Salone internazionale agroalimentare (Sial), è convinto che l’Italia goda di grandi vantaggi competitivi in questo campo: “Innanzitutto la qualità, e poi la riconoscibilità, che collocano sempre più la nostra produzione agroalimentare in un segmento di fascia alta del mercato. E sappiamo bene che in tempi di crisi è proprio la fascia alta a resistere meglio, mentre quelle media e medio-bassa sono destinate a subirne i contraccolpi maggiori”. Il sottosegretario con delega al Commercio estero ritiene che l’industria italiana del settore abbia compiuto negli ultimi anni lo stesso sforzo di innovazione e di lavoro sulla qualità compiuto da altri comparti. Si tratta di resistere almeno per il prossimo anno, periodo oltre il quale “si dovrebbe cominciare a intravedere una ripresa dell’attività economica”. La presenza del made in Italy al Sial, la pi importante manifestazione mondiale dell’agroalimentare che si svolge con cadenza biennale, coinvolge con il sostegno dell’Istituto per il commercio estero (Ice) 760 aziende. Secondo settore manifatturiero della nostra economia, con un fatturato che nel 2007 ha raggiunto i 113 miliardi di euro, ha visto l’anno scorso registrare una crescita delle esportazioni del 7% a 18 miliardi di euro. Nei confronti della Francia, questa dinamica positiva si è confermata anche per la prima parte di quest’anno, con un incremento dell’export del 17,9% nel periodo gennaio-aprile. Urso è ben consapevole che questi tassi di crescita non potranno essere mantenuti per il resto dell’anno e probabilmente per buona parte del prossimo. Ma appunto per questo torna a un argomento su cui insiste da tempo, quello dell’etichettatura dei prodotti in arrivo sul nostro mercato e pi in generale della lotta alla contraffazione: “Ci auguriamo che la crisi economica spinga la Commissione europea a una maggiore attenzione nei confronti delle imprese produttrici. Per noi l’obbligo di etichettatura è vitale per la stragrande maggioranza dei settori, incluso quello agroalimentare, dove la competitività si gioca tutta sulla denominazione d’origine e sulla indicazione geografica. Assieme alla Francia premiamo affinché la direttiva in proposito, da tempo nel cassetto, venga sbloccata in sede di Consiglio europeo e finalmente resa operativa. Riteniamo inoltre utile creare la figura di un commissario europeo per la difesa del diritto di proprietà intellettuale e la lotta alla contraffazione”.

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